LONDRA – Bere fino a tre tazze di caffè al giorno riduce il rischio di demenza e di Alzheimer. Questo, almeno, è quanto sostiene uno studio, condotto da sei grandi produttori di caffè europei, che mostra come la caffeina aiuti a “riempire” il corpo di antiossidanti e aiuti a prevenire la formazione di grumi tossici nel cervello.
Oltre a tutto questo, gli esperti sostengono che un consumo moderato di caffè può anche contribuire a prevenire il Parkinson e altri disturbi neurologici.
Per anni, sottolinea il Daily Mail, gli esperti hanno sostenuto che il caffè non fosse benefico per la salute. Ricerche precedenti hanno mostrato che può addirittura causare aborti spontanei nei primi mesi della gravidanza e stimolare attacchi cardiaci.
La caffeina, poi, è vista come negativa per chi soffre abitualmente di ansia, acidità di stomaco e vampate durante la menopausa. Ma questo nuovo studio, condotto grazie al contributo di illycaffè, Jacobs Douwe Egberts, Lavazza, Nestlé, Paulig, e Tchibo, sottolinea i benefici per prevenire la demenza senile e l’Alzheimer.
Nella ricerca si evidenzia come la caffeina abbia effetti a livello cognitivo, attenuandone il declino. Un effetto che non si riscontra con il caffè decaffeinato, e che dimostra come la chiave sia appunto nella caffeina. La novità uscita da questa ricerca.
Molte ricerche e studi sono d’accordo nel sostenere che una assunzione regolare e continua di caffè sia la chiave delle differenze negli effetti benefici della caffeina. E il caffè, sostengono gli studiosi, appare ridurre il rischio di sviluppare l’Alzheimer.
Bene fino a 5 tazze al giorno per l’Efsa
A questo si aggiunge il fatto che la stessa Autorità europea per la sicurezza alimentare ritiene che una quantità fino a 400 milligrammi di caffeina al giorno (che corrisponde a circa cinque tazze di caffè) non pone rischi per la salute degli adulti.