TORINO – Una cifra da capogiro che, indirettamente, fornisce una lettura inaspettata del risveglio mattutino in mezzo mondo.
Stropicciandosi gli occhi ancora pieni di sonno, l’uomo medio non si guarda allo specchio. Si riflette semmai, perplesso, nella nerezza cupa della bevanda che, secondo alcuni, rende nervosi.
Risveglio al caffè
In quel momento ambiguo fra il sonno e la veglia, fra l’euforia del riposo assunto e le incertezze dell’imminente tran tran, la nostra faccia è una smorfia vaga, titubante, ondivaga.
Cosa che accadrà, più o meno, anche in altri orari della giornata. La tazzina resta, sempre e comunque, specchio oscuro della nostra intimità psichica, misura silente delle continue oscillazioni del nostro desiderio e delle nostre frustrazioni.
Lo sa chi ha progettato la grafica di copertina (F.G. Confalonieri) dell’Arte di essere felici del filosofo francese Pierre Zaoui. Noto autore di una precedente Arte di scomparire.
La filosofia di Zaoui
La doppia faccia che ci guarda con imbarazzante insistenza è una perfetta allegoria del contenuto concettuale del libro. Come quelle vecchie incisioni nei frontespizi dei trattati di Vico o di Newton, di Hobbes o di Goethe, che ridicevano per immagini, senza semplificarle, le argomentazioni sciorinate nei rispettivi volumi.
La filosofia, sostiene Zaoui, s’è troppo poco occupata delle catastrofi quotidiane dell’uomo qualunque – perdere un amore, veder scomparire i propri cari, esser traditi da un amico, beccarsi la proverbiale tegola in testa –, ora rassegnandosi al supposto destino crudele della specie umana; ora snobbando il tutto come inezia da signorine troppo svenevoli.
Essere-per-la-morte d’accordo
L’ha detto Heidegger a suo tempo, e ci ha convinto. Ma essere-per-la-fidanzata-che-è-scappata-via-con-un-altro? Essere-per-la-cartella-delle-tasse-che-ci-opprime-i-pomeriggi?
Possiamo provarci, sostiene Zaoui: basta attraversare le sciagure come a bordo di un surf. Senza dimenticarle ma senza lasciarsene sopraffare.
Felicità, insomma, è non farsi distruggere dalle sventure quotidiane; sopravvivere in souplesse nonostante l’orizzonte di perenne infelicità che accompagna giorno per giorno le nostre esistenze.
Così, il piattino piange, come a poker
È uno sfondo in bianco e nero per una tazzina che, più o meglio di un’emoticon da telefonino, sorride a colori. Bocca in giù, bocca in su. Occhi tristi, occhi allegri.
E soprattutto un naso birichino, il manico, che vira a destra con immensa ironia. La vita superiore, secondo Zaoui, sta nel saper gestire la felicità in uno sfondo di infelicità.
L’abbiamo visto benissimo.
Gianfranco Marrone
Pierre Zaoui «L’arte di essere felici» (traduzione di Cecilia Pirovano) Il Saggiatore, pp. 373, € 17