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venerdì 22 Novembre 2024
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Parla Paola Lucianaz: il mondo del caffè made in Valle d’Aosta

Intervista a Paola Lucianaz, Titolare della Caffè Ollietti-Famiglia Lucianaz

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(Da sinistra Diego, Eugenio e Paola Lucianaz)

Prima di tutto facciamo un po’ di storia a partire dal nome dell’azienda…?
Ci tengo subito a sottolineare che non sono titolare da sola ma con mio fratello Diego Lucianaz e abbiamo la Torrefazione di famiglia, il papà Eugenio, da qualche anno, anche se lui è sempre presente. Il nome parte dalla famiglia Ollietti che aveva la Torrefazione in via De Tillier e nel 1962 mio papà con i suoi fratelli e con mia mamma l’hanno rilevata mantenendole il nome e sono stati in questa sede fino al 1970 dopodichè si sono trasferiti a Charvensod, in frazione Ampaillan, dove siamo tuttora presenti con il nostro punto vendita e all’ingrosso

La torrefazione in Valle d’Aosta ha una storia interessante?
Un tempo ce n’erano davvero parecchie. Adesso siamo ancora in quattro, ma fino a qualche anno fa erano almeno il doppio. Una volta c’era anche il famoso bollino del caffè e dello zucchero. Il bollino è sparito ma è rimasta questa tradizione del caffè artigianale.

Cosa ci potete dire sulla lavorazione?
La tostatura del caffè è artigianale. Mio papà con gli anni ha selezionato tipi di produttori particolari, ha affinato questa attività e a noi ci arrivano dei sacchi di caffè crudo direttamente dal centroamerica per la radica e per la robusta dall’Africa.

Mio papà e mio fratello Diego si occupano della tostatura e poi il caffè viene insacchettato in grani prevalentemente per i Bar e il macinato per il consumo casalingo, adesso stiamo affiancando la produzione delle capsule e delle cialde per stare dietro ai cambiamenti del mercato.

Parliamo un po’ di numeri. Quali sono i numeri della vostra produzione?
Noi lavoriamo tendenzialmente il pacchetto da 250 grammi macinato per il consumo famigliare. Sono pochi quelli che vogliono macinarlo sul momento. E il chilo dei Bar e dei ristoranti. Le altre qualità come il decaffeinato sono un po’ più nicchie di mercato.

Come e dove commercializzate i vostri prodotti?
La clientela è al 99% valdostana. Il consumo in massima parte è nel privato in quanto abbiamo notato che c’è un grande ritorno di interesse verso la qualità del prodotto. Il 250 grammi macinato da casa, sia che si tratti di qualità Ollietti che di Chicco d’oro Fond du café piace e c’è una fetta di clientela che anche se non facciamo investimenti pubblicitari ci scova e ritorna.

Su bar e ristoranti la concorrenza è grande però abbiamo dei clienti che amano il nostro caffè e ci sono fedeli nonostante le offerte che arrivano da tutte le parti dalle grandi aziende.

Di recente la De Longhi in una sua guida vi ha inserito tra le 25 migliori torrefazioni italiane. Una bella soddisfazione…
Assoluamente sì. Questa selezione fatta da De Longhi insieme a slowfood è stata una bella sorpresa. Ogni tanto c’è qualche università, qualche torrefazione, qualche altra azienda che ci richiede campioni di caffè per dare il loro giudizio e generalmente collaboriamo.

Anche questa era stata fatta come tutte le altre nella convinzione che fosse dato un giudizio e tutto finiva lì. Invece abbiamo questa bellissima sorpresa, una gratificazione soprattutto per mio papà che ha 80 anni e sono 60 anni che lavora. Anche alcuni clienti si sono sentiti felici del nostro premio, segno di come le piccole torrefazioni riescano ad offrire una grande qualità.

Da cosa si riconosce una torrefazione di qualità?
Tendenzialmente dal grado di tostatura e quella artigianale è molto diversa da quella industriale. A livello artigianale la tostatura è fatta con particolare attenzione.

Si tratta di ascoltare lo scricchiolio del caffè che dà la dimensione del grado di cottura, cogliere il profumo e anche visivamente si deve controllare il colore del caffè che deve essere lavorato al punto giusto in quanto se è poco tostato risulta avere poco gusto e se lo è un troppo su finisce per avere quel sapore di bruciato che subito non si sente ma poi dà acidità di stomaco.

Qualche novità in vista per il 2016 ?
Sicuramente la voglia di sfruttare anche questa bella soddisfazione c’è. Stiamo studiando un packaging diverso, una lattina rappresentativa tipo quella fatta dai miei genitori all’apertura dell’attività con i simboli della Valle d’Aosta, una confezione in grado di rimanere in casa per anni e comunque c’è l’impegno sul fronte cialde e capsule compatibili.

Stiamo iniziando proprio in questi giorni con i comodati delle macchine del caffè nelle piccole realtà. Ci adattiamo al mercato che sta evolvendo. Pensiamo che anche il turista potrebbe essere interessato.

Già ora capita che qualcuno acquisti uno dei nostri prodotti come una specie di souvenir e poi ci ricontatta chiedendoci dove è possibile trovare il nostro prodotto.

Noi per ora commercializziamo soltanto in Valle d’Aosta però stiamo collaborando l’e-commerce Tascapan, che sta funzionando molto bene in Valle d’Aosta, e grazie a loro anche chi non viene ad Aosta può acquistarlo insieme ad altre eccellenze valdostane.

Un sogno imprenditoriale da realizzare?

Mi piacerebbe dedicarmi esclusivamente al caffè. Per ora ci occupiamo di ingrosso e dettaglio anche di altri prodotti per l’alimentazione e la ristorazione, ma la mia volontà sarebbe proprio quella di realizzare un negozietto tipico tutto sul mondo del caffè.

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