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Illy aggiunge una dose d’arte e di cultura al suo caffé

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TRIESTE – Se siete degli appassionati d’arte contemporanea, probabilmente avete già fatto una pausa caffè durante una biennale piena di visitatori o in una frenetica fiera d’arte. E probabilmente avete sorseggiato il vostro caffè in una delle tazze da espresso dalle linee sinuose disegnate dall’architetto italiano Matteo Thun.

La tazza emblematica di Illy è il risultato più evidente dell’importante collaborazione del marchio di caffè italiano, fondato a Trieste nel 1933, con alcuni artisti contemporanei – nel corso di questi ultimi 25 anni, questa intesa tra arte e caffé è cresciuta allo stesso ritmo del marchio.

Andrea Illy, presidente della Illy, è il motore che sta dietro a questa lunga relazione con il mondo dell’arte. “ Ho seguito la strada intrapresa da mio fratello Francesco che, di tutta la famiglia, è quello con la maggiore sensibilità artistica, e lui stesso è un fotografo e un artista”, afferma.

“Tutto è iniziato nel 1992”, racconta, facendo riferimento al momento in cui le tazze si sono trasformate in vere e proprie “tele”: gli artisti hanno cominciato a rispondere agli appelli lanciati dalla nostra azienda per realizzare degli interventi artistici, ed è così che è nata la prima collezione artistica di Illy. “Questa iniziativa ha completamente cambiato l’identità del marchio”, osserva.

Il sostegno di Illy al mondo dell’arte è diventato ancora più forte nel 1999 quando la società ha nominato come direttore artistico Carlo Bach, anche lui artista. Nello stesso periodo, la società ha deciso di ridisegnare il suo logo e per la sua creazione, si è rivolta all’artista pop James Rosenquist, che stava già lavorando a una collezione Illy, chiedendogli di realizzare qualcosa di nuovo e di facilmente leggibile.

La firma creata dall’artista era il risultato dell’utilizzo di diversi media, e ora il dipinto con il nuovo logo è appeso negli uffici di Illy a Trieste. “Rosenquist era l’artista ideale perché aveva l’abitudine di dipingere grandi manifesti pubblicitari e aveva una grande familiarità con il modo in cui i consumatori si relazionano alle marche; Illy aveva bisogno di essere compresa da un pubblico più vasto”, spiega Andrea Illy.

Oggi l’azione artistica della società può essere suddivisa in due categorie: le collaborazioni con i grandi maestri contemporanei e il sostegno agli artisti emergenti. Utilizzando la terminologia propria ai produttori di caffè, Illy descrive questa relazione come una “miscela”: “Ci interessiamo ai nuovi talenti di tutto il mondo e in particolare a quelli dei paesi emergenti in cui si produce il nostro caffè. Non vogliamo l’arte per l’arte, e neanche le provocazioni o le polemiche. L’arte che amiamo è quella impegnata ma elegante”.

Sotto la supervisione di Carlo Bach, gli eventi artistici sono stati realizzati in collaborazione con gli artisti contemporanei e con i musei più importanti al mondo: “ in seguito al successo ottenuto dalle collezioni Illy Art, la società voleva donare qualche cosa in cambio, per sottolineare l’impegno preso dal marchio”, spiega Bach. “E’ per questo che abbiamo dato, e continuiamo a dare più attenzione alle giovani generazioni.

All’inizio del 2000, per quattro anni, siamo stati partner di PS1 a New York, per finanziare le borse di studio e gli atelier per giovani artisti. Nell’ambito delle fiere internazionali (comprese Arco Madrid e SP-Arte di San Paulo), Illy propone dei premi per alcuni artisti emergenti”. Il premio più importante con il logo Illy è il Present Future Prize, consegnato ad Artissima, a Torino.

Il vincitore è selezionato tra altri giovani artisti che espongono in una sezione speciale della fiera. All’inizio il premio era di 15mila euro. Da ormai due anni invece, la ricompensa consiste in qualcosa di più visibile: una mostra personale durante Artissima, al Castello di Rivoli, il celebre museo d’arte contemporanea situato sulle colline di Torino.

Nel 2003, la Biennale di Venezia è stato il primo evento artistico internazionale di cui Illy è diventata partner; questa prima collaborazione si è concretizzata in un progetto di design in tre luoghi diversi, con la partecipazione di marchi come Artemis e Moroso. Nel 2009, Tobias Rehberger ha concepito il suo bar “mimetico” per accogliere il pubblico ai Giardini, il punto di ritrovo principale durante la Biennale veneziana, e ha prodotto una collezione Illy utilizzando la stessa linea estetica in bianco e nero.

Lo stesso anno, in collaborazione con la Fondazione Bevilacqua La Masa, llly ha sostenuto “Anton’s Memory”, una mostra dedicata a Yoko Ono, che aveva vinto il Leone d’Oro alla carriera alla Biennale del 2009. Nel 2011, Illy ha promosso l’installazione “Ascension” d’Anish Kapoor, una colonna di fumo bianca, che si trovava sull’isola di San Giorgio Maggiore.

Qual è l’obiettivo della società attraverso tutte queste collaborazioni artistiche? “Rendere l’arte più accessibile e più democratica. L’arte contemporanea è spesso considerata come una cosa riservata a pochi eletti, a una cerchia ristretta di intellettuali e di ricchi collezionisti”, afferma Illy.

“Sappiamo che questo è un mercato molto competitivo, in cui è molto difficile per un giovane artista riuscire a emergere sulla scena artistica internazionale e abbiamo voluto creare un nuovo canale, una sorta d’amplificatore di quel che succede a livello locale. Inoltre, i maestri contemporanei adorano diventare i mentori dei giovani talenti”, continua.

La lista degli artisti che hanno collaborato con Illy negli ultimi 25 anni è lunga, e comprende più di 70 importanti personalità del mondo dell’arte, e non solo: Sandro Chia, Michelangelo Pistoletto, William Kentridge, Anish Kapoor, Julian Schnabel, Marina Abramovic, Kiki Smith, Jannis Kounellis, Louise Bourgeois, Jeff Koons, Robert Rauschenberg, Joseph Kosuth, Jan Fabre, Daniel Buren, Yoko Ono; così come il regista Pedro Almodovar; il musicista David Byrne; e il regista e drammaturgo Bob Wilson (che si è esibito l’anno scorso alla Triennale di Milano durante la “Red Night” di performance e installazioni organizzata da Illy). Come lo sottolinea Bach, “Illy ama la creatività proveniente da tutti i campi”.

Uno degli artisti che fin dall’inizio collabora con Illy è il fotografo umanista brasiliano Sebastião Salgado. Il fotografo ha documentato per oltre 15 anni le origini del caffè Illy. Le sue immagini sono state esposte nel mondo intero e sono diventate il “volto” dell’Illy Coffee Cluster all’Expo di Milano del 2015, che è stata visitata da 13 milioni di persone. “Era la versione più grande di qualcosa di cui vado molto fiero: la Galleria Illy”, sottolinea Illy.

Oltre allo spazio permanente ‘Art Lab’ di Milano, Illy ha sviluppato la Galleria Illy, una serie d’eventi pop-up, il cui programma si caratterizza per la ricchezza degli incontri con alcune delle maggiori personalità del mondo dell’arte, della letteratura, della scienza, del design, della gastronomia e del vino.

Il primo incontro è stato organizzato a New York nel 2005 (con la Abramovic, Schnabel e Salgado), poi durante la Milano Design Week 2006 (con Ron Arad, Patricia Urquiola, Ross Lovegrove, Peter Greenaway e Michael Lin), a Trieste nel 2008, e a Istanbul e Berlino nel 2012 ( con gli artisti Liu Wei, Lu Peng e Lin Tian Miao).

Quando chiediamo ad Andrea Illy se lui stesso è un collezionista, ci risponde così: “No, sono un amante dell’arte, posso innamorarmi di un’opera ma non sento il bisogno di possederla. Un collezionista compra per se stesso, io voglio condividere”.

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