MILANO – Al Circolo della Stampa presentazione di un libro di grande interesse per tutte le aziende che vogliono internazionalizzarsi. Si tratta di “Strategie web per i mercati esteri” scritto da Gabriele Carboni ed edito da Hoepli.
All’appuntamento, oltre a Carboni, erano presenti Fabrizio Sala – Assessore all’Internazionalizzazione e Vicepresidente della Regione Lombardia, Alberto Maja (FOTO in alto) – Amministratore Hardy Coffee Company e Giovanni Hoepli – Editore. Il tutto è stato moderato da Dario Vascellaro – direttore de “Il Giornale delle PMI”.
Ha aperto gli interventi Giovanni Hoepli raccontando tutta la sua soddisfazione nell’essere l’editore di un libro che aiuta tutte quelle Piccole e medie industrie italiane che vogliano entrare nei mercati esteri in un periodo dove la globalizzazione fa da padrona anche alla luce della Brexit.
È poi intervenuto Gabriele Carboni autore del libro e co-fondatore di Weevo Srl, agenzia di comunicazione specializzata nell’approccio ai mercati internazionali attraverso i social media.
Spiega Carboni: “Avviare un progetto di internazionalizzazione di un’azienda implica l’attuazione di metodologie complesse che necessitano di un’attenta pianificazione delle attività e dell’impiego delle risorse umane, nonché di investimenti di rilievo, ad esempio dotarsi di un export manager, di un ufficio estero, di una contabilità internazionale, ecc.”
Carboni ne è cosciente e nel suo libro lo specifica bene ma aggiunge anche “senza un dovuto piano di comunicazione adeguato il tutto diventa inutile, perché non è sufficiente tradurre in un’altra lingua il piano utilizzato in Italia visto che per ogni nazione-target, per via della differenza di cultura, sistema di fruizione, di acquisto, ecc. va tutto sempre ben calibrato, localizzato”.
Il libro di Carboni non tiene conto solo di aspetti teorici da cui apprendere nozioni per la propria attività, ma anche di tanta pratica, quella da lui vissuta nell’assistere i propri clienti che hanno già sperimentato, la maggior parte con successo, un’avventura di internazionalizzazione.
Dario Vascellaro, direttore de “Il Giornale delle PMI” magazine digitale dedicato esclusivamente al mondo della piccola e media imprenditoria, ha così introdotto Alberto Maja.
L’approfondimento di Alberto Maja
L’amministratore della Hardy Coffee Company ha subito sottolineato come l’agenzia diretta da Carboni abbia supportato la sua torrefazione nell’espansione del brand nell’est Europa con strategie di localizzazione internazionale, posizionando la sua azienda, nei mercati scelti, come top brand per il caffè espresso.
Maja ha chiarito come Hardy abbia dovuto ricalibrare il precedente piano di comunicazione per questo nuovo modo di informare. Anche perché in Italia gli obiettivi della comunicazione sono i bar mentre all’estero il target sono invece i distributori, fra l’altro differenti come abitudini imprenditoriali e distributive da nazione a nazione.
Maja, in margine alla conferenza, ha poi articolato meglio il suo discorso spiegando che in sostanza la collaborazione tra Hardy caffè e la Weevo si è sviluppato attorno al Web Marketing applicato all’export di caffè.
Quindi il marketing fatto tramite i social media per la vendita del torrefatto. Stiamo parlando di Facebook, Twitter, Google + e gli altri social. “La collaborazione dura da qualche anno ed è abbastanza intensa – ha detto Maja – abbastanza intensamente per cercare di veicolare il nostro marchio sui mercati esteri”.
“Il marchio arriva prima al cliente”
Il motivo di questa scelta è presto detto, ha chiarito Maja: “Oggi tutti hanno uno smartphone, usano Facebook e gli altri social, anche quelli professionali come LinkedIn. Tutti usano almeno uno di questi canali. È per questo che la comunicazione pubblicitaria e quindi anche il marketing ormai viene fatto su questi media. Ed è proprio questo che analizza il libro di Carboni”.
“Da parte mia – prosegue Maja – non potevo che suffragare queste tesi perché la mia azienda da ormai tre anni collabora con la Weevo e usa e suoi metodi ottenendo buoni risultati, in alcuni ambiti anche ottimi, all’estero utilizzando questi canali per pubblicizzare ciò che produciamo, quello che stiamo facendo quindi il nostro posizionamento”.
“Lo stesso – aggiunge Maja – stiamo realizzando per la collaborazione con il mondo della moda e del tessile Italiano in occasione delle Fiere di settore e delle manifestazioni affiancandoci alla Federazione Moda Italia: per loro servivamo il nostro caffè nella Vip lounge. E ora stiamo cercando di trovare una collaborazione più intensa per legare i due marchi”.
“Tutto questo – prosegue ancora Maja – è stato veicolato all’estero, adesso soprattutto Cina, tramite i social. In Europa utilizziamo i social in Germania e abbiamo stipulato un contratto scorsa settimana per Austria, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, tutti e quattro assieme. Si tratta di clienti che sono arrivati alla mia azienda soprattutto per la nostra immagine e per come la veicoliamo. Questo può essere fatto soltanto tramite i social media e i social network dove con un click si riescono a trasmettere emozioni e immagini di un prodotto in tutto il mondo in un attimo, in lingua inglese. E per confermare quanto dico le mostro il grafico delle impression su Twitter (vedi sotto; n.d.r)”.
Dopo Alberto Maja è intervenuto Fabrizio Sala, Assessore all’Internazionalizzazione e Vicepresidente della Regione Lombardia, che si è soffermato sull’importanza che per mantenere la competitività delle imprese italiane è necessario portare i nostri prodotti e servizi anche all’estero perché “il Made in Italy è un valore aggiunto e grazie al web è possibile arrivare in tutto il mondo” sottolineando anche che c’è molto da fare nell’alfabetizzazione digitale delle imprese e che un manuale come questo libro è senza dubbio un supporto molto utile in tal senso.
Ha così chiuso l’incontro Gabriele Carboni riprendendo l’ultimo argomento di Sala, ponendo pertanto uno dei limiti delle PMI proprio al livello di alfabetizzazione digitale ancora troppo basso e che uno studio di Doxa e Google mostra la diretta dipendenza fra la maturità digitale posseduta dalle imprese ed il numero delle stesse che fanno export, specificando comunque che il web non è certo la panacea di tutti i mali visto che l’internazionalizzazione ha molte sfaccettature, ma certamente è uno degli elementi trainanti del prossimo futuro.
Il Web elemento trainante
Alla fine dell’incontro possiamo dire di aver imparato che le dimensioni di fatturato, l’organico aziendale o la scarsa liquidità a disposizione sono fattori che spesso costituiscono un ostacolo alla possibilità di sviluppare prospettive di espansione verso i mercati esteri, ma che i social media e gli altri canali digitali possano essere la risposta per superare tali gap se gli imprenditori decidessero di perseguire un piano strategico, che a volte, forse è lì tutto il problema, non adottano neanche il Italia, utilizzando solo lo spirito imprenditoriale, poco quello manageriale.
Fonte: il Giornale delle PMI