BARI – Ecco un’intervista realizzata da Michele Cucuzza (FOTO in alto)
Quali sono i caffè più pregiati e gustosi che custodisce nelle vetrine della sua profumatissima sala-museo?
‘In pochi metri quadri ho realizzato il mio sogno: espongo in bacheca i chicchi dei migliori caffè del mondo che importo da India, Africa, Indonesia e Americhe, una ventina in tutto. Una volta tostati e macinati li consegno impacchettati ai clienti, che a volte preferiscono gustarli subito, in tazzina.
Straordinari come il ‘Toraja blu’, coltivato nell’isola indonesiana di Sulawesi (Celebes), chicchi con una sfumatura di blu, dal retrogusto cioccolatoso con venature di alga marina.
Speciale anche il caffè panamense di montagna ‘De eleta’, d’élite: selezionato a mano, essiccato al sole, ha un sapore particolarmente morbido, soave. Consiglio naturalmente anche quelli etiopi, i più antichi al mondo, corposi, con un che di floreale.
Dall’India importo, tra l’altro, il caffè monsonato, asciugato ai venti caratteristici del continente asiatico. Costano tutti intorno ai 38 euro al chilo, un po’ più di una comune qualità di caffè: chi li assapora, se chiude gli occhi, può sognare di trovarsi nei luoghi più affascinanti del pianeta’.
Come mai tutto questo a Bari?
‘È una sfida, nata dalla mia passione per la botanica e la geografia. Negli anni ‘50 mio padre aveva aperto a Bari una caffetteria-pasticceria che si è andata sempre più affermando con il passare del tempo. Lo accompagnavo nelle fiere internazionali: mi ero accorto che i diversi tipi di cioccolato venivano presentati con una raffinata attenzione ai differenti gusti e ai paesi d’origine.
Un’idea di valorizzazione dell’eccellenza, rappresentata dai maitre chocolatier, che – un paio d’anni fa- ho pensato di trasferire alla nostra attività di famiglia, la torrefazione del caffè’.
Un’innovazione apprezzata.
‘Molto, non solo dalla consueta clientela di Bari. Anche perché proponiamo pure la miscela personalizzata: una volta che ha provato i vari caffè, l’appassionato può suggerirmi il suo dosaggio ideale, che rimane intitolato a suo nome, registrato nel mio archivio. Ogni volta che torna in pochi minuti è pronto il caffè fatto con la sua miscela, a suo gusto, in esclusiva: un modo anche questo per diffondere la cultura e la passione per il prodotto d’eccellenza’.
Oggi però si va sempre più in fretta: dilaga il consumo di capsule e cialde.
‘Noi andiamo in controtendenza: non sono pochi i consumatori – soprattutto giovani – che, apprezzando la tostatura giusta, tornano a gustarsi il rito della macinazione, stabilendo personalmente la quantità di polvere da mettere nella moka o nella napoletana della quale conoscono composizione e provenienza.
La preparazione del caffè è affascinante, chi vuole perpetuarne la tradizione lo sa bene. Senza parlare dell’importanza, per qualunque prodotto, di vedere e sapere esattamente che cosa si sta comprendo: un valore aggiunto da non trascurare’.
È un’attività autenticamente imprenditoriale o una passione di nicchia?
‘Ancora presto per dirlo: abbiamo lanciato un sassolino, gli investimenti sono stati importanti: i prezzi di acquisto dei caffè pregiati sono molto alti. D’altra parte è un’idea nuova, non la copia di altri modelli: sono in parecchi i colleghi torrefattori che, incuriositi, mi chiedono dettagli: la conferma del successo di questa innovazione.
E non dimentichiamo che, nonostante il nostro espresso, apprezzatissimo, si esporti in tutto il mondo, i più grandi consumatori di caffè non sono gli italiani ma chi vive nei paesi del nord Europa, Finlandia, Norvegia, Danimarca, Olanda, Germania, che preferiscono tostature molto più leggere e gusti ,molto diversi dai nostri preferiti’.
