FIRENZE – Si è svolta a Firenze, a Palazzo Medici Riccardi, l’assemblea nazionale dei soci dell’Associazione Locali storici d’Italia, sodalizio culturale senza scopo di lucro con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che riunisce i 240 più antichi e prestigiosi alberghi, ristoranti e caffè letterari che hanno fatto la storia del nostro Paese.
I soci sono arrivati da tutt’Italia per celebrare i quaranta anni di attività nel segno della cultura. Tre le new entry proprio a Firenze – Bernini Palace, Plaza Lucchesi e Harry’s Bar – che si affiancano agli storicissimi Giubbe Rosse, Paszkowski, Gilli, Rivoire, Sabatini, Loggia di piazzale Michelangelo, Grand Hotel Cavour, Monna Lisa, Tornabuoni Beacci, Helvetia & Bristol, Villa La Massa di Candeli e l’Albergaccio di Sant’Andrea in Percussina.
Presentata la Guida Locali storici d’italia 2016, dedicata quest’anno alle “Signore dei Locali storici d’Italia”, le donne straordinarie che hanno dato impronte indelebili alle antiche attività che guidano o di cui sono state protagoniste.
Nell’occasione, anche il gentlemen’s agreement nel segno della comune opera di promozione culturale e salvaguardia tra i Locali storici d’Italia, presieduti da Pietro Romanengo, ottava generazione della Confetteria Romanengo di Genova, la più antica del mondo, e l’Associazione Esercizi Storici Fiorentini, presieduta da Gherardo Filistrucchi, nona generazione della Ditta Filistrucchi, stirpe di artigiani delle parrucche e dei trucchi per il teatro.
L’Associazione Esercizi Storici Fiorentini, nata nel 2013, riunisce più di sessanta aziende storiche, tra le quali la Moleria Locchi, l’Argentiere Pagliai, le centenarie Trattoria Burde e Trattoria Sostanza.
Il convegno “Locali e botteghe storiche, patrimonio culturale italiano”, tenuto domenica a Palazzo Medici Riccardi con il patrocinio di Regione Toscana, Comune di Firenze e Città Metropolitana di Firenze, ha lanciato un messaggio in favore della salvaguardia e della tutela perché non si perdano gli antichi e prestigiosi locali e esercizi storici di tutto il Paese, portando l’esempio di Firenze come modello da seguire da parte di tutti i comuni d’Italia, con una particolare richiesta di “attenzione” a questa risorsa anche da parte del governo.
Il Comune di Firenze, infatti, nel 2008, primo e unico in Italia, approvò una Delibera per la tutela della destinazione d’uso dei locali storici della somministrazione.
“Dobbiamo difendere e promuovere questo straordinario patrimonio che l’Italia possiede – ha introdotto Claudio Guagnini, segretario generale dell’Associazione Locali storici d’Italia – che è architettonico, culturale, economico, turistico, civile e sociale, perché la sua cultura appartiene alla comunità. Pensate al Florian di Venezia, al Greco di Roma, al Gambrinus di Napoli, Meletti di Ascoli Piceno, Villa d’Este di Cernobbio, Cambio di Torino, che sono “Musei dell’ospitalità” unici e irripetibili.
Fabio Giorgetti, presidente Commissione Consiliare Sviluppo Economico Comune di Firenze, ha confermato l’approvazione del regolamento Uncesco per la tutela del centro storico, sostegno fondamentale alla tutela degli esercizi storici. 2.
Buone notizie per le attività storiche anche dal Senato. La senatrice Rosa Maria Di Giorgi, infatti, ha ufficializzato che il 27 aprile a Palazzo Madama si presenterà la convenzione Unesco sul patrimonio immateriale (adottata a Parigi nel 2003), volta anche questa a tutelare gli esercizi storici e tradizionali.
«Caffè e trattorie storiche sono i salotti letterari che, tra Otto e Novecento, hanno partorito la cultura del rinnovamento al di fuori delle Accademie e delle Università – ha sottolineato il professor Cosimo Ceccuti, presidente della Fondazione Spadolini – sono i luoghi d’incontro da cui, da colazione e fino a cena, è scaturita la parte più viva, rivoluzionaria e incisiva della cultura nazionale: penso alle Giubbe Rosse, al Pedrocchi, al Caffè Michelangelo, all’Antico Fattore».
Fiorentino, amante della città e delle sue tradizioni, Eugenio Giani, storico di Firenze e presidente del Consiglio Regionale della Toscana, ha illustrato la naturale sensibilità delle istituzioni verso il patrimonio di locali ed esercizi storici di una città la cui storia ha sempre espresso grande attenzione verso l’arte e la mercanzia e Orsanmichele, chiesa delle antiche corporazioni, ne è la testimonianza più alta.
Dei grandi alberghi storici, simbolo dell’hotellerie italiana, che si stanno spostando in mani straniere, ha parlato Francesco Bechi, presidente Federalberghi Firenze, sottolineandone l’aspetto positivo di notevole opportunità per affiancare il grande patrimonio del management e della professionalità italiana alla finanza internazionale, capace di lanciare le nostre attività a livello mondiale, e ha insistito sul valore delle antiche stirpi di albergatori italiani tuttora operanti come garanti dell’identità dell’ospitalità del nostro Paese.
Gli esercizi storici rappresentano una ricchezza di professionalità, competenza, maestria e saper fare acquisita con lunga pazienza, sacrificio e fatica – ha detto Gherardo Filistrucchi, presidente dell’Associazione Esercizi Storici Fiorentini. Sono punti di riferimento delle nostre città, equiparabili, per molti aspetti, ai monumenti di cui la nostra Italia è ricca, e contribuiscono notevolmente a caratterizzarne il tessuto sociale: è pertanto indispensabile attuare ogni e qualsiasi azione, associativa e istituzionale, affinché si riesca a tutelarli, promuoverli, salvaguardarli, facendoli apprezzare e scoprire come realtà vive e utili.
Su questo aspetto l’Associazione Esercizi Storici Fiorentini sta convogliando molti dei propri sforzi.