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lunedì 25 Novembre 2024
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A Londra cresce il third wave ma frena Costa Coffee, l’anti Starbucks

La trimestrale deludente pubblicata il mese scorso spinge alle dimissioni del direttore esecutivo di Costa Christopher Rogers

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MILANO – Frena la marcia trionfale della corrazzata britannica anti Starbucks e il capitano passa la mano. Whitbread ha annunciato martedì l’uscita di scena di Christopher Rogers, dal 2012 direttore generale di Costa Coffee, la più importante catena di caffetterie del Regno Unito, con oltre 2.000 locali in patria e altri 1.200 nel resto del mondo.

Al suo posto arriva Dominic Paul, attuale responsabile delle attività extra-Usa di Royal Caribbean International, il colosso americano-norvegese delle crociere, con sede a Miami. Rogers si dimetterà dal Board di Whitbread il 20 aprile, ma rimarrà al suo posto sino al 1° luglio, per preparare il passaggio delle consegne.

La decisione arriva a poco più di un mese dall’ultima, deludente trimestrale di Costa, diffusa il 3 marzo scorso. Le vendite a parità di perimetro, nelle 11 settimane all’11 febbraio, sono cresciute appena dello 0,5% (contro un consensus attestato attorno al 3%): il risultato più modesto dal quarto trimestre 2009.

Nelle 50 settimane alla stessa data, la crescita (sempre a parità di perimetro) è stata del 3%: meno del 4,4% registrato dalla catena di alberghi economici Premier Inn, altro fiore all’occhiello di Whitbread.

La battuta d’arresto è stata imputata dal management di Whitbread all’inverno insolitamente mite e al minor traffico registrato sotto le feste nei negozi high-street, sempre più esposti all’aggressiva concorrenza del commercio online.

Ma la stessa ceo Alison Brittain ha ammesso, in tale occasione, che il settore del caffè si è fatto “un pochino più competitivo”.

Non soltanto per il consenso crescente incontrato da non specialisti come Prêt-à-Manger o Greggs.

Ma anche per il successo degli esercenti indipendenti e dei torrefattori third wave, abili a proporsi con un’offerta tipicizzata, che spezza l’omologazione tipica delle grandi catene.

Costa sta cercando di correre ai ripari sperimentando format nuovi come “Costa Pronto”, attualmente in test nell’area londinese.

Dopo le dimissioni del precedente ceo Andy Harrison, Rogers sembrava, nell’autunno scorso, il suo successore naturale ai vertici di Whitbread.

La società gli ha preferito però la già citata Alison Brittain, manager provenienti dal settore bancario.

Una decisione che ha inferto un colpo fatale alle ambizioni di Rogers all’interno del colosso del leisure.

“Chris ha dato un enorme contributo a Whitbread, sin da quanto ha assunto la carica di direttore finanziario del gruppo nel 2005 – ha dichiarato il presidente di Whitbread Richard Baker – nel periodo in cui è stato al timone di Costa, la catena è rapidamente cresciuta da 2.500 e oltre 3.200 locali rafforzando la sua leadership nelle preferenze dei britannici”.

“Costa è un business fantastico con un enorme potenziale di crescita ulteriore – ha aggiunto il neo direttore generale Dominic Paul – sono impaziente di mettermi al lavoro per portare la società ancora più in alto”.

Negli ultimi anni, Paul ha promosso le attività di Royal Caribbean International su scala globale, con un’attenzione particolare ad Asia e Pacifico.

Le sue specifiche competenze in questa area geografica fanno presumere la volontà di Costa di espandersi ulteriormente in estremo oriente e in Cina.

In quest’ultimo paese, i piani prevedono l’apertura di un migliaio di locali entro i primi anni del prossimo decennio.

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