di Gabriele Bertocchi*
La decisione arriva nel corso del semestre italiano di presidenza Ue. Dal 9 dicembre sono entrati in vigore i tetti unici alle commissoni interbancarie. Saranno del 0,3%per le transazioni con carta di credito e del 0,2% per quelle con bancomat. Una mossa che, secondo il legislatore europeo, dovrebbe portare benefici ai consumatori
Il ragionamento fatto per compiere questa svolta è quello di far risparmiare i ristoratori, i titolari di pubblici esercizi, dei piccoli supermercati e così via.
Infatti la percentuale per i pagamenti con carta e bancomat oscilla tra l’1 e il 2,5% per la prima e tra lo 0,5% e l’1,5 per la seconda.
Di conseguenza risparmiano anche i consumatori che, rispetto a prima, sullo scaffale si troveranno un piccolo sconto.
L’Eurostat e il parlamento europeo calcolano che nell’intera Unione europea i commercianti risparmieranno 6 miliardi di euro.
Un ragionamento fatto sulla carta, che sulla carta, non fa una grinza. Ma c’è il rischio che i buoni propositi si trasformino in una beffa ai danni di chi, teoricamente, ci doveva beneficiare.
Si corre il rischio che gli istituti bancari sgonfiati dalla manovra sulle commissioni pompate scarichino la perdita sui proprietari di carte e bancomat.
Vi starete chiedendo come. Il metodo è molto semplice.
È possibile che gli istituti bancari aumentino sia il costo della carta sia i costi fissi che si pagano ogni anno, come avverte l’Abi (associazione della banche italiane).
Fatto dimostrato dalle infelici esperienze di Spagna, Stati Uniti e Australia dove sono entrate in vigore norme simili a quelle che stanno per entrare in vigore nel nostro Paese.
Bisogna dire che si verrà a creare una certa concorrenza. Infatti interessati dalla manovra ci sono solo inclusi i cosidetti “sistemi a quattro parti”, cioè quelle carte di emanazione bancaria come Visa, Mastercard e PagoBancomat.
Mentre ne sono esenti i “sistemi a tre parti” come American Express e Diners, che continueranno ad applicare le loro commissioni. Un vantaggio svantaggio, infatti i proprietari eviterebbero l’aumento dei costi fissi e di quelli annuali ma incapperebbero di vedersi applicati dai commercianti un sovrapprezzo sui propri acquisti. O peggio ancora che le loro carte non vengano accettate.
Se si pensa che la manovra è stata fatta per incentivare l’uso dei pagamenti elettronici ma pare che con queste conseguenze si subisca una contrazione dell’uso di tale funzione.
Specialmente nei paesi che registrano un numero di operatori pro capite più basso, poiché i loro cittadini avranno più difficoltà ad assorbire l’aumento del canone e quindi saranno disincentivati all’acquisto con carta.
L’Italia, ad esempio, occupa nell’uso di pagamenti con carte e bancomati una posizione di retroguardia, peggio di Francia, Germania e Spagna.