BOLOGNA – I dipendenti della Saeco ricominciano da dove avevano finito: in sciopero. Lo erano venerdì scorso, in presidio davanti alla fabbrica di Gaggio contro i 243 esuberi (nella FOTO le 243 tazzine collocate davanti all’ingresso dello stabilimento per ricordare chi dovrebbe lasciare), e lo sono stati anche lunedì. Terranno le braccia incrociate pure martedì e mercoledì.
E si faranno sentire: lunedì hanno deciso di ripartire con il presidio davanti allo stabilimento della Philips piazzando all’ingresso tante tazzine da caffè a simboleggiare i dipendenti che rischiano il taglio.
LA MOBILITAZIONE – Eloquente il comunicato diffuso dalle Rsu: «I lavoratori della Saeco non molleranno mai». Il segretario regionale della Fiom, Bruno Papignani, ha detto loro di tenersi pronti anche ad occupare la fabbrica e oggi li saluta con un invito a «tenere botta».
Non sono soli: al loro fianco, si stanno mobilitando anche le istituzioni e i commercianti della zona. Agli esercenti che hanno tenuto chiusi i negozi per un pomeriggio per andare a solidarizzare al presidio è stato lanciato l’invito a portare da casa una tazzina da caffè, in modo da depositarle, accanto a quelle già piazzate dei dipendenti.
LA PROTESTA – «Quella delle tazzine è una provocazione, ovviamente: Philips deve decidere chi tagliare dei dipendenti e loro si sono identificati nelle tazzine», spiega Mazzini che non si stupisce della solidarietà che arriva dai negozianti: se la Saeco vacilla a cascata ci possono essere parecchi altri effetti negativi.
I commercianti terranno le serrande abbassate anche domani al passaggio del corteo, mentre per il vertice in Regione di mercoledì ci sarà un presidio dei dipendenti sotto le finestre di viale Aldo Moro.