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Lavazza annuncia la chiusura dello stabilimento di Verres (Aosta)

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TORINO – Lavazza chiude lo stabilimento di Verres: l’azienda ha incontrato venerdì 27 novembre i sindacati per illustrare le linee guida del piano industriale che prevede la progressiva dismissione del sito produttivo valdostano e il trasferimento delle produzioni verso i centri polifunzionali del gruppo situati in Italia.

Lo stabilimento di Verrès occupa 51 addetti ed è attivo nella produzione delle confezioni da 250 grammi e dei formati speciali.

“La decisione è da inquadrarsi – si legge in una nota dell’azienda – nel contesto della razionalizzazione del sistema produttivo Lavazza, che ha visto di recente l’Azienda investire in maniera significativa nella riqualificazione dei propri siti produttivi di proprietà. Lavazza opera in un mercato mondiale sempre più competitivo, in forte evoluzione e caratterizzato da aggregazioni tra i grandi operatori internazionali che hanno ridisegnato in maniera strutturale e non contingente il business del caffè. In questo scenario la velocità di risposta e l’efficienza dei processi produttivi rappresentano una scelta obbligata e non più rinviabile. Da qui la necessità di potenziamento e ottimizzazione della capacità dei siti polifunzionali di proprietà, attrezzati per lavorare sia caffè macinato e grani che capsule”.

L’azienda conferma “la disponibilità a condividere con sindacati e istituzioni il percorso futuro, mettendo in atto le misure utili alla gestione della transizione, inclusa la possibilità di ricollocare il personale attualmente impiegato su Verrès all’interno del proprio sistema industriale, valutando altresì il ricorso agli ammortizzatori sociali disponibili”.

Dopo la decisione annunciata dalla Lavazza di chiudere Verres nei primi quattro mesi del 2016, un’assemblea straordinaria dei lavoratori ha proclamato lo «stato di agitazione di tutto il personale», pur mantenendo «operativa la produzione». Lo rendono noto le organizzazioni sindacali Fai Cisl, Flai Cgil, Savt Industrie, e Uila Uil.
I sindacati, precisano in una nota, «intraprenderanno, dopo le valutazioni del caso, tutte le azioni possibili per la salvaguardia del lavoro e il mantenimento dei lavoratori all’interno dell’azienda».

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