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Il 10 maggio 2003 moriva Guglielmo Papaleo. La sua industria nacque nel 1935: era il signore «del caffè che fa centro». Oggi il suo cognome significa caffè in molte zone del Sud d’Italia

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CATANZARO – Dieci anni fa moriva Guglielmo Papaleo, il signore del “caffè che fa centro”. Imprenditore lungimirante e catanzarese viscerale, ha esportato il nome di Catanzaro in giro per il mondo. Dieci anni fa la città perdeva uno dei suoi imprenditori più illustri: il 5 maggio del 2003 moriva Guglielmo Papaleo, il  signore del “caffè che fa centro”.

Padre dell’omonima azienda, una delle più grosse realtà imprenditoriali del mezzogiorno, Don Guglielmo ha legato il proprio nome a quello della città esportando, in giro per l’Italia e per il mondo, non solo il pregiatissimo aroma di caffè ma anche il nome e l’immagine di Catanzaro.La sua attività commerciale ebbe iniziò in una piccola bottega del centro storico: assoldato come garzone, Papaleo cominciò ad acquisire i rudimenti del mestiere sviluppando già una florida capacità imprenditoriale.

Era il 1935 e l’Italia si stava mobilitando per la colonizzazione in terra d’Africa.Terminata la gavetta da garzone, Don Guglielmo decise di lanciare una piccola attività in proprio: nel 1945 su Corso Mazzini aprì i battenti un modesto locale all’interno del quale Papaleo collocò una macchina per il caffè. La leggenda del Caffè Guglielmo ebbe inizio proprio qui, a cavallo tra gli anni ’40 e ’50: l’aroma della preziosa miscela nera ebbe un tale successo in città che Don Guglielmo dovette persino allargare i locali per consentire a tutti una comoda degustazione.

Qualche anno dopo, il salto di qualità. Constatato il grande clamore generato dal prodotto, Papaleo decise di investire sul caffè e su tutta la sua filiera produttiva. Dando ufficialmente il via alla nascita del prestigioso marchio personale. Ben presto la commercializzazione si allargò a tutto il territorio provinciale. E il nome “Guglielmo” divenne sinonimo di qualità e catanzaresità.

Strani autocarri pubblicitari a forma di caffettiera con tazzine iniziarono così a solcare le strade della città. Mentre nel quartiere Sala si procedeva alla costruzione della prima torrefazione. Il crescente successo del prodotto portò Papaleo ad immaginare la costruzione di un complesso industriale più ampio; affacciato sulla costa ionica. Fu così che nel 1972 l’azienda si trasferì a Copanello Lido, a pochi passi dalla città.

Proprio negli uffici di tale complesso, Don Guglielmo apprese la notizia della sua nomina a Cavaliere del Lavoro; onoreficenza attribuitagli nel 1997 per il grande coraggio e l’indubbia abilità imprenditoriale. Mai allentato, il legame con la città divenne ancora più saldo quando l’azienda decise di sostenere la locale squadra di calcio. Divenendo lo sponsor più rappresentativo dell’US Catanzaro. Più che una scelta di marketing pubblicitario, confessò Don Guglielmo, la scelta di sostenere i giallorossi fu una vera e propria scelta di cuore. Tifosissimo del Catanzaro, Papaleo fu sempre vicino ai giallorossi anche nelle stagioni calcisticamente più buie e deludenti.

La scritta rievocativa dei dipendenti

Divenuta ormai un colosso nel settore, l’azienda che porta il suo nome ha proseguito il suo cammino di crescita arrivando ad ampliare la distribuzione. Presente a Milano, Roma, Bologna.Ma anche a Lisbona ed in altre piazze estere. Caffè Guglielmo rappresenta oggi una sintesi di tradizione e innovazione. Un marchio di catanzaresità assoluta e vincente, un esempio di imprenditoria sana in una terra difficile come la Calabria.”Sono passati dieci anni ma il tuo esempio, il tuo ricordo e l’affetto che hai saputo dare a tutti noi restano sempre nei nostri cuori. E sono la spinta a fare sempre meglio, nelle nostre vite e nel nostro lavoro” hanno scritto i dipendenti sul sito internet dell’azienda.

Fonte Catanzarolive

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