domenica 22 Dicembre 2024
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Per andare alle Olimpiadi di Los Angeles 1932 gli atleti del Brasile furono costretti a vendere caffè

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di Francesca Galluzzo*
La nazionale brasiliana partì per le Olimpiadi di Los Angeles su una nave cargo con 50.000 sacchi di caffè da vendere durante il tragitto per pagare la tassa di ingresso negli USA. Tra loro c’era Adalberto Cardoso, che sceso dalla nave a San Francisco fece di corsa i 600 km fino a Los Angeles per gareggiare nei 10.000 metri.
Vi siete mai chiesti quanto possa costare a una nazione inviare la propria nazionale a un’Olimpiade? Al giorno d’oggi, con tutti i fattori che si dovrebbero prendere in considerazione, una spesa del genere è davvero difficile da quantificare.

Ciò che, però, possiamo fare è azionare la macchina del tempo e accopagnarvi nel lontano 1932 per raccontarvi dell’ingegnoso metodo con cui il governo brasiliano riuscì a finanziare, almeno in parte, il viaggio dei suoi atleti verso i Giochi Olimpici di Los Angeles.

La trovata del Governo per affrontare la crisi Correva l’anno 1932, appunto, e il Brasile si trovava da qualche anno nel bel mezzo di una crisi economica. La mancanza di risorse economiche aveva già costretto la nazionale verdeoro a dire di no ai Giochi di Amsterdam 1928 e all’inizio del ’32 la situazione generale non pareva migliorare.

Il Brasile non aveva soldi a sufficienza per mandare una delegazione di 83 atleti negli USA, ma vista l’importanza che le Olimpiadi iniziavano ad avere agli occhi dell’opinione pubblica mondiale, il governo decise di imbarcare i suoi atleti su una nave cargo e di dare loro in dote… 50.000 sacchi di caffè.

Atleti trasformati in venditori di caffè Durante le soste nei porti di Trinidad e Tobago e Panama, gli atleti avrebbero dovuto vendere quanto più caffè possibile per racimolare i soldi necessari a pagare la tassa di ingresso negli USA, 1 dollaro a persona.

La vendità non andò affatto male, ma una volta arrivati all’ingresso del canale di Panama i passeggeri dell’imbarcazione furono costretti a pagare una multa per essere stati scoperti nel loro tentativo di far passare il cargo per una nave da guerra e pagare, così, una tassa di transito inferiore.

Questo intoppo prosciugò le già esigue risorse finanziarie dei brasiliani, che giunsero a Los Angeles, il 20 di luglio, con appena 24 dollari nel salvadanaio. Decisero che a scendere dalla nave sarebbero stati i 23 atleti con maggiori possibilità di podio e Maria Lenk, una nuotatrice di 17 anni che a Los Angeles diventò la prima atleta sudamericana a prendere parte alle Olimpiadi e a Berlino 1936 la prima donna al mondo ad aver disputato una gara a delfino (stile, fino a quel momento, nuotato solo dagli uomini).

Cardoso si fa a piedi 600 km da clandestino Per i 59 atleti rimasti a bordo rimaneva una sola possibilità, proseguire con il cargo e cercare di vendere il caffè rimanente lungo i porti della California, così da racimolare i soldi per pagare a loro volta la tassa di ingresso negli Stati Uniti.

Arrivati a San Francisco, gli atleti brasiliani si trovavano ancora nell’impossibilità di lasciare la nave, ma uno di loro, il mezzofondista Adalberto Cardoso, decise che pur di gareggiare avrebbe corso il rischio di entrare clandestinamente nel paese.

Abbandonò il cargo di notte e, così racconta la storia, che a tratti sembra più una leggenda, cominciò a correre in direzione di Los Angeles. Nel giro di un giorno coprì i 600 km circa che separano le due città, arrivando allo stadio Olimpico di Los Angeles dieci minuti prima dell’inizio dei 10.000 metri, giusto in tempo per cambiarsi e presentarsi sulla linea di partenza, e qui usciamo dal mito per tornare alla storia.

Ultimo, ma comunque premiato Cardoso, seppur affaticato e dopo tre cadute, riuscì a giungere al traguardo facendo meglio di molti altri atleti che si erano ritirati durante la gara. Il brasiliano fu ultimo all’arrivo, ma mentre in pista gli atleti disputavano la gara, sugli spalti iniziò a girare la voce relativa alla sua prodigiosa impresa e all’arrivo l’atleta sudamericano fu accolto da un boato del pubblico.

Cardoso non vinse la medaglia, ma fu premiato on un riconoscimento speciale conferitogli per la tenacia con cui era riuscito ad arrivare al coronamento del suo sogno olimpico.

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