di Marta Albè*
Il cioccolato potrebbe scomparire presto dagli scaffali del supermercato? Le piantagioni di cacao sono sempre più a rischio a causa dei cambiamenti climatici e ora le multinazionali corrono ai ripari. Come nel caso del caffè.
I cambiamenti climatici e il riscaldamento globale rendono più difficile la coltivazione del cacao come del caffè. Un declino di questa attività metterebbe in difficoltà sia le aziende che producono cioccolato e prodotti a base di cacao, sia le popolazioni che hanno la possibilità di trovare un’occupazione proprio grazie alla coltivazione del cacao.
Infatti il settore del cacao per quanto riguarda l’agricoltura dà lavoro ad almeno 6,5 milioni di persone in Africa, Asia e Sudamerica.
Di recente però le piantagioni di cacao stanno soffrendo per via dei cambiamenti climatici, delle malattie e dei parassiti che le minacciano.
In particolare, sono proprio i cambiamenti climatici a minacciare la produzione di cioccolato a livello mondiale.
Uno studio relativo al Ghana e alla Costa d’Avorio, grazie alle cui coltivazioni si produce circa il 50% del cioccolato del mondo, ha evidenziato che le aree di coltivazione del cacao si ridurranno sensibilmente entro il 2050 a causa dell’aumento delle temperature.
Le grandi aziende del cioccolato hanno deciso di condividere tra loro, superando il segreto industriale, i dati relativi al genoma del cacao e alla sua coltivazione in modo da poter accelerare le misure di protezione per il cacao e da unire le forze per salvare il cioccolato.
Del resto le multinazionali del cioccolato non hanno alternative. Con i loro sistemi produttivi insostenibili e le loro emissioni inquinanti sono le maggiori responsabili dei cambiamenti climatici in atto e delle relative conseguenze sull’agricoltura in generale e sulla produzione di cacao e cioccolato. Hanno danneggiato l’ambiente e per non perdere uno dei propri prodotti di punta ora sono praticamente costrette a collaborare.
Le grandi aziende del cioccolato di certo vorranno continuare a vendere questo prodotto molto apprezzato dai consumatori anche nei prossimi anni.
Per farlo dovranno dunque porre riparo ai danni che hanno causato nei decenni in cui non si sono mai preoccupate del rispetto dell’ambiente ma hanno solo pensato alla crescita economica.
Tra le aziende coinvolte nel progetto troviamo Mars, che sembra la più predisposta a collaborare con i marchi rivali per condurre delle ricerche sul cacao che possano garantire un risultato positivo per tutti i produttori di cioccolato.
Ricordiamo che Mars, purtroppo, è tra le multinazionali che in nome degli affari ha utilizzato test sugli animali per verificare le conseguenze sulla salute dei propri prodotti ed è stata accusata di sfruttamento dei lavoratori.
Ora le aziende si trovano in una fase di ricerca pre-competitiva in cui il vero obiettivo è quello di risolvere un problema comune. Al primo posto non troviamo dunque il mero scopo della vendita di un prodotto. Forse i tempi stanno cambiando?
Il Global Food Safety Center sta seguendo dei progetti che includono, ad esempio, un sistema migliore per prelevare dei campioni al fine di individuare la presenza di funghi e tossine pericolosi per le piantagioni di cacao e lo sviluppo di nuovi sistemi di valutazione della sicurezza dei nuovi ingredienti senza ricorrere ai test sugli animali.
La speranza è che le multinazionali del cioccolato – tra le quali, oltre a Mars, troviamo Kellogg e Nestlé – possano davvero collaborare tra loro per salvare cacao e cioccolato e per contrastare i cambiamenti climatici e arginarne le conseguenze mettendo da parte almeno per qualche momento lo spirito di competizione.