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venerdì 22 Novembre 2024
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Milano, al via Terra Madre Giovani: i primi due giorni

Petrini: «Voi giovani siete la testimonianza che questa idea andrà avanti per tanto, tanto tempo»

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MILANO – «Entrando in questa sala provo la sensazione straordinaria che mi viene nel vedere come le nostre idee, i nostri progetti, il nostro futuro è in buone mani: nelle vostre mani, nei vostri volti, nelle vostre persone. Quando è nata l’idea di Terra Madre molti di voi erano bambini. Ma oggi voi siete la testimonianza che questa idea andrà avanti per tanto, tanto tempo. Grazie per essere arrivati a Milano».

È un emozionato Carlo Petrini che dà il via a Terra Madre Giovani, l’evento che per la prima volta riunisce a Milano 2500 giovani contadini provenienti da 120 Paesi.

«Oggi Milano è molto felice perchè vede, sul finale di questa Expo, l’unico vero motivo per cui ha senso riunirsi, perchè la battaglia per una diversa cultura alimentare, un diverso sistema di produzione e distribuzione del cibo è possibile solo se uniamo le forze. Qui ci sono persone dal colore della pelle diverso, idee politiche e religioni diverse, eppure sono qui chiamate al confronto, al dialogo, a rivoluzionare un sistema alimentare che non funziona. Non funziona perchè distrugge l’ambiente, i suoli, l’acqua. Bisogna produrre, produrre per consumare. E se vengono distrutti i suoli o se manca l’acqua, non importa. I contadini devono accettare la logica del libero mercato. Non interessa da dove viene o com’è stato prodotto, interessa solo che costi poco. In questi giorni cercheremo le soluzioni per nutrire il pianeta in modo sostenibile, per costruire insieme un mondo più giusto».

E conclude con un pensiero alla città che ha reso possibile tutto ciò: «Milano si è dimostrata di una generosità impagabile, ospitando nelle sue case questi giovani arrivati con una valigia e molti sogni».

La cerimonia di apertura, svoltasi al Mercato Metropolitano e condotta dal giornalista di Radio 2 Massimo Cirri, è iniziata con il saluto di Ambrogio De Ponti, presidente Unaproa: «È un grande onore per noi ospitare ‘Terra Madre Giovani – We Feed The Planet’ presso il nostro Mercato Metropolitano. Questo luogo, che abbiamo creato per offrire un nuovo modello di acquisto e consumo sostenibile basato sulla filiera corta e che speriamo possa continuare ad esistere anche oltre la data del 31 ottobre, appare davvero una cornice perfetta per presentare un appuntamento così importante per l’avvenire del cibo e dell’agricoltura. La filosofia del cibo sottesa da “Terra Madre Giovani – We Feed The Planet” condivide d’altronde lo stesso terreno di valori di quello messo quotidianamente in pratica nel loro lavoro dalle Organizzazioni di Produttori UNAPROA. Lo stesso orizzonte ideale che trovano le molte iniziative promosse da UNAPROA. Penso in particolare al marchio collettivo “5 colori del benessere”, che garantisce e promuove la qualità, la provenienza e la rintracciabilità della frutta e della verdura italiana. Un’idea di UNAPROA per promuovere con sempre maggiore slancio un’alimentazione con la a maiuscola».

L’apporto di Unaproa è essenziale per la riuscita dell’evento. È, anche grazie al loro contributo che i delegati potranno assaporare cene a base di alcuni piatti tipici italiani.

«La presenza nella nostra città di 2.500 tra contadini, pescatori, pastori e artigiani provenienti da ogni parte del mondo rappresentata un’occasione eccezionale per discutere dei sistemi di produzione e di consumo alimentare – ha commentato il vicesindaco di Milano Francesca Balzani -. Sono loro i veri protagonisti del cambiamento di un sistema per il quale tutti riconoscono la necessità e l’urgenza di un riequilibrio nella direzione di una maggiore sostenibilità nell’uso delle risorse naturali. Milano è oggi impegnata fortemente in questa direzione. Penso non solo ad Expo che deve proporre una riflessione sul cibo e il futuro del Pianeta, ma anche alla rete mondale dei sindaci che stiamo costituendo in questi mesi, perché le città possono essere il motore del cambiamento per nuove politiche alimentari più sostenibili».

Duecento i giovani di Coldiretti che partecipano a Terra Madre Giovani, come ha ricordato il presidente nazionale Roberto Moncalvo, sottolineando l’importanza del lavoro dei giovani per il futuro della nostra agricoltura.

Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina, non potendo partecipare all’inaugurazione, ha inviato il suo saluto: «La vostra presenza a Milano rappresenta uno dei successi di Expo. Mi riferisco al fatto ragazzi provenienti da tutto il mondo si trovino qui, a discutere di temi strategici quali la sostenibilità alimentare oppure come poter garantire cibo a sufficienza ad una popolazione che è in costante aumento. Si tratta di questioni strategiche che ci interrogano da vicino e che rappresentano le sfide che dobbiamo affrontare da qui in avanti».

La serata è continuata con una colorata Disco Soup animata da Carlo Pastore, dj di Rai Radio 2, media partner dell’evento. Domani e lunedì un ricchissimo programma di approfondimenti e conferenze attende i delegati, prima di portare le loro conclusioni a Expo martedì 6.

Il secondo giorno di Terra Madre Giovani – We Feed the Planet alza il sipario con un ospite di eccezione, Serge Latouche, che denuncia come la corsa sfrenata alla crescita e alla produttività tra la fine della Seconda guerra mondiale e l’inizio degli anni Settanta abbia generato un progresso fittivo in cui le diseguaglianze si sono acuite. «Iniziative come Terra Madre Giovani rappresentano la resistenza alla società dei consumi. Buono, pulito e giusto sono le parole d’ordine della decrescita, Terra Madre l’esempio: un movimento che è partito dal basso ma che va molto lontano. A costo di sembrare passatisti pensiamo di proteggere i tesori locali con un protezionismo buono, da fare a livello nazionale e internazionale, anche per combattere accordi come il Ttip che minacciano i proprio i produttori di piccola scala».

«Negli ultimi anni spesso abbiamo parlato di caporalato. In italiano corretto bisognerebbe dire “schiavismo”». Questo il duro attacco del procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri, intervenuto nel dibattito Migranti nel Sistema Alimentare. A essere in esame è il ruolo dei migranti nella catena di produzione e trasformazione del cibo, argomento che spesso nasconde storie di sfruttamento e violazione dei diritti. Gratteri ha ricordato come il problema non sia il numero di controlli nella filiera, statistica che vede l’Italia tra i primi posti in Europa e nel mondo, ma di una politica nazionale e internazionale seria che estirpi questa piaga alla radice. In un’economia che ormai non ha più confini, siamo in balìa di un vuoto di potere sovranazionale che coinvolge, anche, allo stesso tempo il destino dei migranti e quello del mercato agroalimentare: «Molti prodotti non si vendono ai prezzi concordati perché non tutti gli stati rispettano le regole del mercato: molti giocano con carte truccate a causa di un’Unione europea e un’Onu troppo deboli». Insomma, un vero e proprio grido di allarme e una richiesta ad agire tempestivamente, se si vogliono davvero cambiare le cose.

Sotto i riflettori anche “il tema” per eccellenza, il bilancio di Expo 2015, in cui si sono espressi Gaetano Pascale, presidente di Slow Food Italia, e Giosuè De Salvo, coordinatore di Expo dei Popoli. La voce è unanime: di fronte al più grande evento di tutti i tempi dedicato all’alimentazione, la sensazione è comunque che il cibo sia stato considerato come prodotto e non come valore, senza rispettare gli obiettivi originari che mettevano al primo posto l’educazione alimentare e la sensibilizzazione a temi come il diritto al cibo e un’alimentazione sana. Fondamentale che a partire dal 1 novembre gli attori della società civile agiscano all’unisono per fare la differenza. Perché, come ha ricordato Petrini ieri all’inaugurazione di Terra Madre Giovani, «è giunto il tempo di fare squadra».

Don Luigi Ciotti e Moni Ovadia, affiancati dal vice presidente della Comunità religiosa islamica italiana Yahya Pallavicini e dal monaco indù Hamsananda Giri, hanno discusso del rapporto tra cibo e religione in una sala gremita. Ed è proprio il presidente di Libera a rivolgersi ai giovani: «Voi siete venuti qui per ascoltare il grido della terra. Il cibo deve essere di tutti, Dio dà mandato all’uomo di custodire e coltivare la terra, alle comunità, non alle multinazionali. Chiediamo la pace per garantire a tutti l’accesso al cibo».

Ma non finisce qui, acceso il dibattito su Cibo e finanza, sulla salute dei suoli e l’ocean grabbing. E come ormai accade spesso in questi giorni, è negli spazi di relax che questi ragazzi sviluppano le idee più innovative, si scambiano progetti e si creano legami che continueranno una volta questi ragazzi saranno tornati a casa. Domani Carlo Petrini è il protagonista della conferenza Sprecare cibo in un mondo affamato, tema più che mai al centro del dibattito internazionale.

L’evento è organizzato da Slow Food, Slow Food Youth Network, Fondazione Terra Madre e Università di Scienze Gastronomiche, in collaborazione con il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Fondazione Cariplo, Compagnia di San Paolo, con il patrocinio della Città di Milano. Official Partner dell’evento sono UniCredit Foundation, Unaproa, Coldiretti Giovani Impresa e Lavazza.

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