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venerdì 22 Novembre 2024
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Caffè: la Grecia si sveglia con l’Iva al 23% (e la vita più cara)

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di CORINNA DE CESARE*

ATENE Nikos, 33 anni, è arrivato ieri nel supermercato dove lavora di via Petraki alle 5.30 del mattino, dopo una domenica trascorsa a gambe incrociate seduto sulle piastrelle del pavimento a riprezzare i prodotti degli scaffali.

Pasta, the, caffè: i prezzi sono aumentati in Grecia a causa dell’incremento Iva deciso dal parlamento. Una decisione che fa parte del pacchetto di misure promesse ai creditori internazionali e approvate le scorsa settimana.

E così, nelle stesse ore in cui il governo rimborsava Bce e Fmi, i greci iniziavano la giornata con l’amara sorpresa.

«L’antipasto europeo» scherza Nikos mentre risponde alle domande e continua a fare il suo lavoro. Nel primo pomeriggio, da Bazar, lui e i suoi colleghi non hanno ancora finito il lavoro e alle casse c’è un po’ di confusione.

Una situazione simile in quasi tutti i negozi greci dove da ieri l’Iva è aumenta dal 13 al 23 per cento su circa 100 categorie di prodotti. Aumenti per zucchero, cacao e anche per i traghetti delle isole.

Scesa invece l’Iva per i farmaci, i libri e gli spettacoli (dal 6,5 al 6%) mentre invariate sono rimaste le imposte per olio di oliva e feta, il formaggio nazionale.

L’operazione dovrebbe portare nelle casse dello Stato greco qualcosa come 2,4 miliardi in più nei prossimi 18 mesi.

La settimana di Atene è cominciata così, con la riapertura delle banche dopo tre settimane di stop e i primi effetti concreti del terzo piano di salvataggio concordato con Bruxelles. Con l’attesa per le misure, forse ancora più dure, che verranno già da domani come la riforma della giustizia, il sistema bancario e i tagli alle pensioni.

Argomenti questi, tra i più delicati, tant’è che i poliziotti di guardia tutti i giorni in piazza Syntagma si aspettano giornate di fuoco. E non solo per le alte temperature di Atene ma per quei sacrifici chiesti dall’Ue, che gli anziani seduti negli affollati bar che circondano la piazza del parlamento ellenico si rifiutano ormai di commentare.

«Ne abbiamo abbastanza di questa storia» dice uno di loro mentre si ripara dal sole sotto l’ombrellone del bar. Gli amici settantenni sono d’accordo con lui. Sulla strada, la processione di taxi in attesa di far salire a bordo i turisti: lo scatto dell’aliquota Iva ha colpito anche loro.

«Pagheremo il 10% in più», conferma Barbara, 45 anni, tassista da più di venti. «Non ho ancora aggiornato il tassametro. È quello che ha deciso il nostro governo e sono sicura che se fosse stato di un altro colore politico avrebbe fatto la stessa cosa».

Perché i greci ormai, a questo clima da austerity, ci hanno fatto l’abitudine e ci convivono con l’elasticità tipica degli isolani. «È dal 2010 che andiamo avanti così» puntualizza mentre serve una moussaka Spiros, 67 anni, proprietario dell’Olympos Naoussa restaurant, trattoria a conduzione familiare.

Lui ieri non ha avuto bisogno di andare in banca, anche perché i limiti sono rimasti più o meno gli stessi delle ultime settimane.

Tant’è che le lunghe code agli sportelli, rimasti chiusi per ben 23 giorni, non ci sono state. Prove quotidiane di un ritorno alla normalità, anche se molto resta da fare: la Borsa di

Atene è ancora chiusa e Louka Katseli, presidente dell’Associazione bancaria greca, ha rivolto un appello ai clienti per far riportare in banca i risparmi prelevati negli ultimi mesi. Difficile che qualcuno gli dia retta.

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