MILANO – Mercati del caffè in timida ripresa a giugno. Come indica il report Ico, diffuso ieri pomeriggio, la media mensile dell’indicatore composto è stata di 124,97 cents per libbra, in lieve recupero (+148 punti, pari all’1,2% in più), dopo le forti perdite di maggio.
La media giornaliera ha oscillato tra un massimo di 127,83 (9 giugno) e un minimo di 122,05 centesimi, il 17 giugno, concludendo il 30 giugno poco al di sotto della media mensile (124,66 centesimi).
Si tratta comunque – osserva il report – del secondo valore più basso degli ultimi 17 mesi, sul quale ha continuato a influire negativamente lo svalutarsi del real (la moneta brasiliana, ndr.) oltre che le previsioni ottimistiche per il raccolto mondiale 2015/16.
Sul fronte degli arabica, la tipologia che registra il rialzo maggiore è quella dei colombiani dolci (+1,2%), a fronte di incrementi che non superano la frazione percentuale per altri dolci (+0,8%) e brasiliani naturali (+0,1%). New York cresce dello 0,5%.
Più visibile la ripresa dei robusta (+3,1%), che risalgono sopra la soglia dei 90 centesimi. L’indicatore di Londra, pur al netto delle pressioni speculative sulla scadenza immediata (il valore rileva la media della seconda e della terza posizione), segna comunque un + 2,8%.
L’impennata degli indicatori dei robusta va attribuita in primo luogo – secondo il report – ai timori circa la disponibilità di caffè robusta vietnamita. Gli imbarchi del primo produttore asiatico hanno subito un ulteriore calo di oltre il 40% a maggio.
Difficile stabilire – sostiene ancora l’Ico – se il calo dei volumi sia dovuto all’accumularsi degli stock invenduti (come sostengono in molti) a una minore produzione. Potremo avere un’idea più chiara in merito appena verso la fine dell’annata caffearia, ossia il prossimo autunno.
Come riferito nel numero di ieri, lo sviluppo del nuovo raccolto vietnamita procede regolarmente. Gli effetti della siccità sono stati minimizzati, grazie all’irrigazione, e le piogge delle ultime settimane hanno consentito un buon reintegro idrico. Guardando all’offerta di robusta va anche messa in conto una consistente ripresa produttiva attesa sin d’ora, per la prossima annata, in Indonesia.
Intanto le scorte certificate dell’Ice Robusta (Londra) sono state ulteriormente reintegrate e hanno raggiunto, a giugno, un volume di 3,12 milioni di sacchi, contro i 274.000 sacchi di appena 15 mesi fa. Gli stock di New York rimangono invece su livelli relativamente bassi (2,4 milioni di sacchi), pur crescendo lievemente rispetto al mese precedente.
Quali le prospettive? Secondo l’Ico, i bassi prezzi dell’ultimo trimestre, pur non avendo raggiunto livelli da crisi, sono tali da non incoraggiare gli investimenti nel settore e potrebbero determinare a termine un calo dell’offerta, per effetto dell’uscita di molti produttori dal mercato.
Nell’immediato, tuttavia, non sembrano esserci grossi problemi di approvvigionamento sui mercati, anche perché vari report – usciti nelle ultime settimane – delineano un outlook promettente per l’annata a venire.
A cominciare dalla circolare semestrale del Segretariato dell’Agricoltura degli Stati Uniti, che – come osserva lo stesso report – prevede un surplus rilevante (5 milioni di sacchi) per il 2015/16 e una lieve eccedenza d’offerta (290.000 sacchi) anche per il 2014/15.
Cifre molto lontane da quelle ufficiali dell’Ico, che indicano una produzione mondiale 2014/15 di 141,85 milioni di sacchi (-3,3% rispetto all’annata precedente), a fronte di consumi mondiali stimati, per l’anno solare 2014, in 149,265 milioni di sacchi.