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venerdì 22 Novembre 2024
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Quel caffè preso con Olmi sa d’amore al primo sguardo

Il caffè che sorseggiamo con Olmi e Manzoni sa di buono, tocca con rara sensibilità il nostro palato di lettori: è la metafora sul significato dell'amicizia, dell'amore, della solidarietà

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di GIUSEPPE CERETTI*

Tutti i libri del mondo non valgono un caffè con un amico. Non è proprio un puro accidente che la battuta d’un film sia ripetuta per tre volte. Tanto meno se l’autore, Marco Manzoni, è un sensibile e attento cultore della lingua. Ancor meno se l’interlocutore è Ermanno Olmi.

Il primo sguardo è il titolo del copioso frutto dell’incontro dello scrittore con il regista. Una lunga intervista accompagnata da un’accurata sinossi dell’intera opera del maestro del cinema.

Il caffè che sorseggiamo con Olmi e Manzoni sa di buono, tocca con rara sensibilità il nostro palato di lettori: è la metafora sul significato dell’amicizia, dell’amore, della solidarietà, per usare un’espressione cara a noi di Vidas.

Ci ricorda che anche gli amati, amatissimi libri, ciò che chiamiamo con enfasi non sempre giustificata cultura, mai siano separati dalla vita e dalle umane relazioni.

Manzoni ci conduce con mano lieve attraverso l’opera e quindi la vita di Olmi, servendosi dello stesso maestro quale compagno di viaggio. Nell’itinerario tocchiamo i temi cari al nostro Virgilio (prendiamo a prestito l’affettuosa definizione che Olmi dà dell’indimenticata nonna materna): il rapporto con la natura, la Terra Madre, di cui si fa scempio per produrre profitti che mortificano moltitudini; il lavoro, quello dell’homo faber (torna alla mente Primo Levi), umile e insieme dignitoso, che non considera antitetici il tempo produttivo e il tempo interiore.

Basta dunque l’accenno al molto che si rintraccia nel dialogo per svelare l’arcano del caffè da sorseggiare con l’amico. Altro che retorica o sentimentalismo: “Sentimentale è un aggettivo che non mi piace- si ribella il regista- Io sono un uomo di sentimenti. Una cosa è essere semplicemente buonisti, un’altra è avere a cuore il bene comune”.

Bene comune e consapevolezza del senso della vita che si sono radicati in Olmi dopo la grave malattia che lo colpì nel 1984, rafforzando il suo senso di stupore e d’amore per ogni nuovo giorno. Le pagine dedicate a questo fondamentale passaggio esistenziale sono tra le più significative del libro.

Nella conclusione del capitolo dedicato all’intervista il regista riassume le tre condizioni dell’uomo: l’uomo di fede che come un bimbo innocente si affida all’adulto che ha il dovere di non tradirlo; l’intellettuale che accetta d’essere guida percorrendo talvolta i sentieri della convenienza piuttosto che quelli che portano alla ricerca della verità; il poeta e innamorato, in perenne stato di disagio e smarrimento.

E a quest’ultima fattispecie che Olmi aspira ad appartenere, poeta e innamorato al primo sguardo, come recita il bel titolo del libro.

Proprio il primo sguardo che si scambiarono i suoi genitori. E’ il suo vero atto di nascita: un gesto d’amore dal quale partire e al quale tornare per indagare il mistero dell’uomo.

Ermanno Olmi intervistato da
Marco Manzoni
Il primo sguardo
pagg. 182, euro 12- Bompiani editore

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