La caffeina (nella FOTO i cristalli al microscopio elettronico) combatte i disturbi dell’umore e le perdite di memoria che possono essere causati da stress cronico. La chiave di tutto è nei recettori dell’adenosina. Come si legge sulla rivista PNAS, Rodrigo Cunha e colleghi dell’Università di Coimbra, Portogallo, hanno scoperto in che modo lo stress cronico induce disturbi dell’umore, e quindi un possibile approccio terapeutico per questo tipo di disordini.
Lo stress cronico, si sa, è un fattore di rischio per disturbi psichiatrici come la depressione e la perdita di memoria e l’incidenza di depressione e rischio suicidio è inversamente correlata al consumo di caffeina. Tuttavia, le basi molecolari di questo effetto non erano finora note.
Come agisce la caffeina?
Gli scienziati hanno allora approfondito gli studi sui recettori dell’adenosina (A2A) nel cervello, che sono i target della caffeina. Alcuni topi sono stati sottoposti a stress, mostrando significativi cambiamenti comportamentali come maggiore ansia e memoria ridotta.
Il consumo di caffeina, tuttavia, ostacolava molti di questi cambiamenti. Lo stress anche invece rinforzato i livelli di sinapsi nei recettori, ma la somministrazione di farmaci che li bloccavano o l’eliminazione del gene responsabile dei recettori dell’adenosina, avevano lo stesso effetto positivo del consumo di caffeina.
Una possibile terapia
In particolare, i farmaci che bloccano i recettori A2A riuscivano non solo a prevenire ma anche a invertire i cambiamenti comportamentali (e sinaptici) indotti dallo stress.
I risultati dello studio implicano che questi recettori sono alla base di un potenziale legame tra stress cronico e il deterioramento della salute mentale e suggeriscono che sostanze in grado di bloccarli potrebbero aiutare a curare il declino indotto dallo stress sull’umore e la memoria.