MILANO – Previsioni bullish per i prezzi dei robusta. Secondo un sondaggio condotto da un’agenzia specializzata presso 6 trader internazionali, il contratto principale del Liffe potrebbe risalire, entro fine anno, in area 2.450 dollari per tonnellata, tornando a livelli mai raggiunti da luglio 2011.
Siccità mette a rischio la produzione vietnamita
Venerdì scorso, il contratto per scadenza maggio ha chiuso la settimana a 2.192 dollari, in lieve calo rispetto al picco di 2.206 dollari di martedì, costituente il valore massimo registrato sulla seconda posizione dall’inizio di ottobre.
L’arbitraggio robusta/arabica è sceso intanto ai minimi degli ultimi 4 anni toccando, la scorsa settimana, livelli intraday al di sotto dei 40 centesimi.
A infiammare l’arena le previsioni pessimistiche sul prossimo raccolto vietnamita
Parlando durante un evento specializzato, nell’ambito del quarto Festival del caffè di Buon Ma Thuot City, il presidente dell’Associazione vietnamita del caffè e del cacao Luong Van Tu ha prospettato per il 2013/14 un calo produttivo del 30% sull’annata precedente dovuto alla siccità, senza peraltro fornire alcuna cifra precisa.
“Decine di migliaia di ettari di piantagioni sono già perse per questo raccolto” ha dichiarato Tu aggiungendo che vi saranno inevitabili ripercussioni anche sulla qualità e sulle dimensioni dei chicchi.
Il rischio è denunciato da mesi dalle autorità provinciali. Già lo scorso dicembre, il responsabile locale per la gestione dell’irrigazione del ministero dell’agricoltura aveva prospettato il pericolo di una “grave siccità” nell’area del Daklak.
Secondo un comunicato governativo diramato alla fine del mese scorso, il livello dell’acqua in numerosi serbatoi sarebbe ad appena il 20-50% della capacità prevista.
I contadini sono soliti pompare l’acqua da pozzi e serbatoi sino al mese di maggio. Ovvero, quando ha inizio la stagione delle piogge.
In un comunicato diffuso la scorsa settimana, il Centro nazionale per le previsioni idro-meteorologiche ha dichiarato che la siccità potrebbe proseguire e aggravarsi nelle aree produttive degli Altipiani centrali.
“Con le attuali condizioni meteo c’è il rischio concreto di avere un raccolto pessimo – ha dichiarato alcuni giorni fa Mai Ky Van, vice direttore di October Coffee-Cocoa One Member Ltd. – se non piove nei prossimi 20 giorni, i danni potrebbero essere ingenti”.
“Il mio prossimo raccolto sarà sicuramente in calo –gli fa eco Dang Xuan Tap, produttore cinquantenne del Daklak, secondo il quale la siccità di quest’anno potrebbe essere “grave quanto quella del 2004”.
“Guardando al livello dell’acqua nei serbatoi si profila il rischio di un calo drastico della produzione – osserva a sua volta Cao Van Tu, presidente di Ea Pok Coffee Co., un’altra compagnia con base nel Daklak – il deficit idrico si ripercuoterà sullo sviluppo dei frutti, che saranno più piccoli”.
La tendenza a enfatizzare le conseguenze negative degli eventi climatici per spingere i prezzi al rialzo fa parte del gioco dei produttori e induce a prendere tutte le notizie con ampio beneficio di inventario.
Secondo alcuni fonti locali le notizie provenienti dalle aree di produzione sono state esagerate, la fioritura sino a febbraio è stata nella norma e non vi è ancora alcuna prova di un reale impatto sulla produzione.
Ma la prospettiva di un calo produttivo trova conferma anche nei commenti degli operatori a valle della filiera.
Sondaggio condotto la settimana scorsa da Bloomberg
Svolto presso 8 addetti ai lavori. La media delle risposte prospetta un calo del 30% per il raccolto 2013/14, che porterebbe la produzione ai livelli minimi dal 2005/06.
Ricordiamo che il raccolto vietnamita 2012/13 è stimato in 22 milioni di sacchi dall’Ico e in 25 dal Dipartimento Usa dell’agricoltura, contro un dato rispettivamente di 24 e 26 milioni di sacchi indicato per il 2011/12.
Le risposte a un sondaggio condotto da Bloomberg a inizio febbraio davano una media di 23,5 milioni di sacchi, contro un dato record di 27,5 milioni nel 2011/12.