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Cocktail in rosa: 6 barman su 10 sono donne

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di Donata Marrazzo

Cocktail, la via en rose. Le donne sono mixologist particolarmente creative. Sensibili ai gusti dei clienti, precise ed accurate nelle dosi, organizzate e attente ai dettagli. Autodidatte o “certificate” (in Italia Aibes, Fib) fanno furore tra ghiaccio, shaker, beccucci, bottiglie, pestelli e dosatori .

Dietro il banco degli american bar, nei lounge café e nei locali di tendenza, le nuove barlady sono interpreti perfette dei drink più contemporanei: vintage e naturali, anche d’ispirazione asiatica, aromatizzati con spezie, radici, essenze di fiori profumati, frutta e verdura.

Meno acrobatici e più retrò, i nuovi cocktail riportano in auge i liquori di una volta (Punt e Mes, Barolo Chinato, Strega, Kambusa l’Amaricante, Sambuca ) insieme ai distillati biologici di ultima generazione.

La prima fu a Londra Ada Coleman (FOTO): all’ American bar del Savoy, negli Anni Ruggenti, compose l’Hanky Panky, Martini con cognac e una spruzzata di Fernet Branca.

Oggi, invece, le donne dei cocktail hanno lo stile di Tess Posthumus, barlady dello speakeasy Door 74 di Amsterdam, che miscela nei drink ricordi, ingredienti, emozioni: “Racconto una storia, dico di me”, afferma.

Il suo Killer Cocktail si ispira al film di Spielberg Lo Squalo: con 4,5 cl di Disaronno, 3 cl di Gin, 3 cl di succo di limone fresco, 1 cl di Campari, 1 cl di sciroppo di frutto della passione, 3 spruzzi di Cranberry bitter ha trionfato al concorso internazionale Disaronno Mixing Star 2013. Con lei, dietro il bancone dell’ Harbour Club, c’erano barman di fama internazionale.

Frutta fresca e spezie contraddistinguono le creazioni di Gina Chersevani, una delle più famose bar chef americane di origini italiane (la migliore di Washington): Martini con zucca, vaniglia e cardamomo, nella sua lista dei cocktail.

Oppure Amaro Averna, gelato al cioccolato, basilico, latte e fleur de sel. Senza trascurare i particolari: «Anche l’acqua è un ingrediente importante da saper dosare».

Al Buffalo Bergen di Washington perfeziona drink low-calorie, ma non tralascia il suo Miss Piggy con porchetta e sale affumicato o il Campari Margarita. Prossimamente mamma, tornerà “Mixtress” fra qualche mese.

Nadia Tramonti di Reggio Calabria, studentessa di Architettura, ha vinto lo scorso anno il titolo di Lady Aibes cocktail competition, organizzata all’Isola d’Elba dall’associazione italiana barman: Sex and Fruit il nome della sua miscela composta da 2 spicchi di lime, 1 spicchio di arancia, ½ passion fruit, 4.5 cl di succo d’anguria, 3.5 cl di Tanqueray, 2.5 cl di Passoa, 4 cl RedBull Italian Edition.

Ostriche e crudi di pesce accompagnano le creazioni alcoliche di Valeria Bassetti, al Baccano di Roma: spazia dai grandi classici (Manatthan, Old Fashioned, Negroni, Americano) a miscele letterarie: rivisitatissimo il suo Bloody Mary che si rifà al romanzo di Truman Capote “A sangue freddo” (Talisker o Vodka, Bloody Mary Mix, Olive Taggiasche) in lista con “Il ritratto di Dorian Gray”, dedicato a Oscar Wilde (Pastis, Sambuca Nera, Acqua ghiacciata), “Colazione da Tiffany” (ancora Truman Capote, preparato con Gin o Vodka, Marmellata agli agrumi, Cointreau), o il drink avventuroso che si rifà a L’isola del Tesoro di Robert L. Stevenson (Rum Jamaicano, Ananas, Lime, Zucchero moscovado).

E poi i Martini, un mondo a parte: il Baccano Martini (sentore di bitter al sedano), Sparkling Martini al profumo di Cognac, Med Martini sfumato con colatura di alici e pomodorini, Bukowsky Martini con essenza di tabacco Italian Gibson, Creole Martini con Aurum e Creole bitter.

Chiara Beretta, laurea in Lettere Moderne, è l’ultima vincitrice della Campari Barman Competition, prima su 500 partecipanti. Barlady al Rita & Cocktails di Milano, ha iniziato la carriera quando le donne erano ancora un’eccezione nell’universo maschile dei barman. Ama miscele e atmosfere vintage: speakeasy, vecchi liquori, bicchieri della nonna e spume profumate. Il suo drink vincente è il Giulietta: 1 cl di sciroppo di zucchero muscovado, 1.5 cl di grappa Nonino, 2 cl di Benedictine, 3 cl di Campari, 0.5 cl di succo di lime, 4 dash di Angostura. Da guarnire con affumicata di timo e petali di rosa. Imperdibile anche il Gin Zen, perfetto se accompagnato con i piatti della cucina.

Con il cocktail Ora, invece, Patrizia Bevilacqua ha vinto a Milano la 18ª edizione del concorso Lady Drink, Trofeo Compagnia dei Caraibi. E’ stata incoronata regina della mixability con 3,5 cl di Campari, 3,5 cl di Campari Cinzano 1757, 2,0 cl di Campari Frangelico, 3,0 cl di Compagnia dei Caraibi 1794, acqua tonica, limone e pompelmo.
Performances femminili, a Milano un’agenzia

Le migliori barlady italiane (40) hanno partecipato a Parigi all’evento di Maison ST-Germain, dedicato allo storico liquore francese a base di fiori di sambuco: riunite in team hanno creato miscele per sole donne, riproponendo lo stile francese dei primi del ‘900. Drink dolci e fruttati come Je suis la France, da accompagnare con tartine con speck d’anatra, confettura d’oignon, arancia con emulsione di olio alle noci, aceto, sale e pepe. Il gruppo di Vanessa Vilardi ha proposto il Parigino, a base di 4 cl di ST-Germain Liqueur, 2cl di Martini Gran Lusso, 2 cl di Martini Bitter. In abbinamento mini tartine con petto d’anatra, composta di cipolle e scorzetta d’ arancia.

L’ultimo campionato indetto a Carrara dalla Federazione italiana barman è stato vinto da Eleonora Massari, che ha sostenuto un impegnativo esame tecnico, merceologico e degustativo. Perfettamente eseguiti i suoi Margarita, Manhattan, Paradise e Planter’s punch. Ma l’asso nella manica, davanti a una giuria super tecnica, è stato un cocktail a base di rum, pestato di lampone e crema di cacao chiaro: il suo Pink Spider sarà proposto a Rimini durante la Notte rosa della Riviera Romagnola (il 4 luglio). A Milano il Barlady Café è anche un’agenzia, fondata da Carmen Clemente: fornisce professioniste, comprese flair bartender o esperte in freestyle, per eventi e feste private (fra i clienti molti Vip).

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