Sui prodigi del caffè si è sempre parlato molto. Anche l’Efsa ha approvato alcuni claim salutistici che associano il consumo della bevanda ricca di caffeina alla veglia e alla concentrazione mentale. Nessuno però ha mai riconosciuto che “na tazzulella ‘e cafè” abbia pure velleità afrodisiache, come invece si dice nel sito di Sensual Caffè.
Sensual Caffè ™, prodotto da GVM Innovative Essences, Teramo
Viene presentato come un “rivoluzionario prodotto brevettato con erbe salutari tonificanti ed eccitanti spezie orientali”; oltre che un “rivoluzionario caffè naturale contenente solo caffè tostato di prima qualità, erbe tonificanti e spezie stimolanti integrali. Per offrire agli amanti della vita gusto intenso e relazioni sensuali”.
Il messaggio non brilla per chiarezza
Ricordiamo anzitutto che la disciplina dei cosiddetti nutrition & health claims (i claim nutrizionali e salutistici, Regolamento (CE) n. 1924/06) si applica anche ai marchi commerciali. I quali, quando affermano, sottintendono o suggeriscono un legame tra il consumo di un alimento e un beneficio per la salute, devono essere sostenuti da un’indicazione nutrizionale o salutistica conforme alle regole europee.
Sulla base della norma c’è da chiedersi quali sarebbero le indicazioni salutistiche che giustificano l’utilizzo del marchio Sensual Caffè™?
Il testo non dice perché Sensual caffè™ debba essere “la bevanda preferita durante i tempi migliori, quando vogliamo offrirci qualcosa in più, ogni volta che ci piacerebbe stare in relax con il nostro partner per ore calde e sensuali”.
Continuiamo a leggere: “Contiene solo caffè gourmet tostato e piante vegetali micronizzate e biodisponibili, tutte riconosciute dalla comunità scientifica per le loro proprietà tonificanti, benefiche e salutari”.
Ma perché mai queste piante sarebbero “biodisponibili”?
Che cosa avrebbero di speciale?
Quali sarebbero i riconoscimenti della comunità scientifica?
E quali le “proprietà tonificanti, benefiche e salutari”?
Proviamo a cercare spiegazioni sul sito, senza successo. Restiamo in attesa di sapere per quanto tempo questa situazione verrà tollerata dalle Autorità preposte alla tutela dei diritti dei consumatori.
Dario Dongo
Fonte: Il fatto alimentare