MILANO – Si moltiplicano le iniziative delle multinazionali a supporto dei produttori di caffè del Vietnam, Paese sempre più centrale per gli equilibri globali di mercato.
Abbiamo già riferito, nel numero di venerdì, del nuovo progetto varato congiuntamente da Ifc (International Finance Corporation) e Mondelēz International, che si inserisce nell’ambito del programma “Coffee Made Happy”, che punta a formare un milione di imprenditori nel settore mondiale del caffè entro il 2020.
La settimana scorsa ha tenuto a battesimo anche un’altra importante iniziativa: i “coffee club”, ossia degli incontri periodici in cui i produttori avranno l’opportunità di condividere esperienze, competenze e informazioni.
Regista dell’operazione è Bayer CropScience. La consociata di Bayer AG, ai vertici del settore agrochimico a livello mondiale, ha lanciato nel 2013 il programma Bayer Much More Coffee, volto a migliorare le metodologie agronomiche e a promuovere un utilizzo più efficiente degli agrofarmaci.
La prima riunione del coffee club ha avuto luogo mercoledì scorso nella provincia di Dong Nai. Vi ha preso parte oltre un centinaio di produttori provenienti dalle principali province degli Altipiani Centrali (Dac Lac, Dac Nong, Lam Dong e Gia Lai).
Si è discusso di problemi climatici, gestione delle infestanti, outlook produttivi, prezzi e sviluppi di mercato.
Nell’ambito dell’iniziativa, Bayer organizzerà seminari e attività formative, con la partecipazione di agronomi e altri esperti di settore.
“In termini di valore, il caffè è secondo soltanto al riso tra i tutti i prodotti dell’agricoltura vietnamita – ha dichiarato il presidente di Bayer CropScience Viet Nam, Torsten Velden –
Con l’iniziativa del club, intendiamo creare un forum in cui sviluppare le professionalità e contribuire a far crescere, in modo sostenibile, rese, qualità e profitti”.
Il programma Bayer Much More Coffee è promosso in Vietnam in collaborazione con l’Istituto di Agricoltura e Scienza degli Altipiani Centrali.
I produttori coinvolti nel programma hanno visto crescere i loro profitti di almeno il 25% rispetto ai risultati ottenuti con le normali pratiche agricole, sostiene Bayer.
