di SARA STRIPPOLI*
TORINO – Il Caffè Platti riaprirà sotto il marchio dell’Antica Zecca srl, proprietaria dell’omonimo ristorante di Caselle, una stella Michelin negli anni 90 e del Jet Hotel che lo ospita.
L’asta fissata martedì 14 aprile in tribunale dopo il fallimento della Platti srl e le polemiche degli ultimi mesi è andata a buon fine. Non si sono presentati competitor e l’acquisizione è stata possibile al prezzo base di 220 mila euro.
Andrea Long è il giovanissimo amministratore della società ‘Antica Zecca , che nel suo carnet non ha solo il food & beverage, ma include anche un’azienda capofila, la Sant’Andrea srl (Andrea Long-Giancarlo Sandretto ), che ha fatto importanti investimenti immobiliari nel commerciale a Torino, Verona, Venezia, Forte dei Marmi e che in città ha in via Lagrange il suo avamposto. Con boutique come Miu Miu, Moncler e adesso anche Robe di Kappa, la cui apertura è prevista fra poco nella via dello shopping.
Il primo passo, racconta l’ad, sarà la trattativa sindacale sui dipendenti: 28 persone nella passata gestione, mentre nell’offerta si parla di 13 addetti da assumere.
Se andrà a buon fine, l’acquisizione di ieri in tribunale sarà considerata conclusa e si potrà partire con il progetto di riapertura: «Parliamo di un locale di grande prestigio per cui si può solo immmaginare un intervento conservativo.
L’obiettivo è riaprire in luglio per arrivare in autunno con un servizio di altissimo livello».
Il primo settore sul quale si intende puntare è il bar, ma nessuna delle attività attuali di Platti sarà esclusa: pasticceria, gelateria, ristorante.
Partnership con professionisti di livello saranno valutate e benvenute: «A Torino esistono ottimi professionisti. Siamo assolutamente disponibili a prendere in considerazione proposte di collaborazione», è l’appello di Long.
Tre le ragioni, racconta ancora l’amministratore dell’Antica Zecca, che hanno spinto la sua società ad investire sul Caffè storico di corso Vittorio Emanuele: «In primo luogo il desiderio di veder rinascere un luogo conosciuto in tutta Italia. In secondo luogo l’amore per Torino: la mia famiglia da sempre è stata impegnata in questo settore e già mio padre gestiva l’Antica Zecca. La nostra intenzione è puntare ad un forte rilancio del ristorante e agli investimenti in questo settore e dopo Platti potrebbero essercene altri».
Terzo e non certo ultimo aspetto la consapevolezza di quanto il Caffè Platti possa confermare le sue potenzialità economcihe, con picchi di incassi che possono raggiungere anche i diecimila euro al giorno nei periodi migliori: «Siamo rimasti stupiti che nessun altro abbia partecipato all’asta – dice Long- noi siamo coinvinti che dopo le disavventure degli ultimi tempi e con una buona gestione che garantisca alta qualità i risultati potranno arrivare».
I 220mila euro incassati con l’asta di ieri copriranno solo in parte i debiti con i dipendenti. La somma sarà distribuita fra i 28 lavoratori che ancora attendono il pagamento degli stipendi. Nei mesi scorsi, era stata la denuncia di alcuni di loro che poi avevao deciso di presentare istanza di fallimento, i versamenti avvenivano a singhiozzo.
I più penalizzati sono i fornitori, In totale, il rosso della Platti srl ammonta ad una cifra che supera i 3 milioni di euro.