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giovedì 20 Marzo 2025
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Coffea stenophylla: uno studio dimostra le affinità chimiche con l’arabica che potrebbero farne il caffè del futuro

Queste affinità sono, a maggior ragione, sorprendenti se si considera la distanza filogenetica (cioè la differenza genetica tra le due specie, ndr.), la dissomiglianza morfologica (frutti neri, contro i frutti di colore rosso della C. arabica), la separazione geografica (la C. arabica è originaria dell’Etiopia) e i differenti habitat delle due specie

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MILANO – Da qualche anno, la comunità scientifica e il mondo del caffè hanno riscoperto e rivalutato la Coffea stenophylla – specie endemica di Guinea, Sierra Leone e Costa d’Avorio – un tempo ampiamente diffusa e coltivata in Africa occidentale. La C. stenophylla sopporta temperature più alte rispetto alla C. arabica e alla stessa C. robusta e appare inoltre resistente alla siccità.

Tutte caratteristiche che potrebbero farla tornare in auge, nel processo di adattamento del settore del caffè al cambiamento climatico.

A riportare alla ribalta la C. stenophylla è stata la scoperta, nel 2018, di un’intera popolazione di questa specie botanica in una remota regione della Sierra Leone.

Sono seguite nuove ricerche e, soprattutto, i primi blind test del caffè preparato con i chicchi tostati, che hanno dato dei risultati decisamente interessanti.

La rivista scientifica Science of Food – in collaborazione con la Beijing Technology and Business University e con l’International Union of Food Science and Technology – ha pubblicato un nuovo studio metabolomico sulla C. stenophylla, volto ad analizzare le sue caratteristiche organolettiche – alcune delle quali simili a quelle della C. arabica – nonché la chimica del caffè di qualità.

La metabolomica è lo studio su larga scala dei metaboliti, ovvero dei prodotti delle reazioni cellulari, che si trovano in un sistema biologico.

Per svelare le basi chimiche dell’affinità organolettica delle due specie, i ricercatori hanno analizzato dei campioni di caffè verde utilizzando la cromatografia liquida-spettrometria di massa (LC–MS) e applicato l’approccio metabolomico per confrontare i due profili chimici.

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