AREZZO- E’ la prima azienda di caffè in capsule basata tutta sulla sostenibilità ed è nata un anno fa ad Arezzo. Si tratta di «Espressiv», marchio che produce appunto caffè in cialde con una particolarità che la rende unica: per poter effettuare un nuovo rifornimento di caffè, il cliente è obbligato a restituire almeno il 90% delle capsule usate.
Un’idea innovativa che ha fatto di Espressiv un «case history» a livello globale, come spiega Giacomo Fratini presidente del network: «Si tratta di una scelta precisa che abbiamo fatto, volevamo che la nostra azienda fosse soprattutto etica. Non è una scelta semplice, sia chiaro. A fronte di clienti che sposano in pieno il nostro progetto ci sono altri che, spesso per pigrizia, non si curano di raccogliere le capsule usate. In quel caso si tratta di un cliente in meno. La nostra peculiarità infatti è questa, ci sono altre aziende famosissime che danno la possibilità di riciclare la parte in plastica della cialda, da noi invece è una condizione essenziale».
Cosa diventano le capsule raccolte con il vostro sistema?
«Vengono smaltite da un’azienda che si occupa specificatamente di recuperare questo tipo di materiale. Determinate capsule alimentari possono essere utilizzate un tot di volte, dopo di che non sono più idonee a essere utilizzate in ambito alimentare e diventano qualcos’altro. Ad esempio, il supporto su ci avvolgere il rotolo di carta dei registratori di cassa, oppure il manico dei carrelli della spesa. Si tratta comunque di plastica che viene reimmessa nel circuito».
Come avete avuto questa idea?
«Semplicemente pensando a ciò che poteva essere utile per aiutare l’ambiente. Il nostro è un network marketing che si basa sul passaparola, è così che siamo cresciuti».
Il criterio di eticità vi accompagna anche nel modo di produrre il caffè
«Siamo la prima azienda al mondo ad aver fatto l’analisi organolettica sull’estratto, a questo ha provveduto la dottoressa Barbara Lapini, esperta nutrizionista. Oltre ad analizzare proteine, carboidrati e via dicendo, abbiamo analizzato il livello di ceneri che si sviluppano durante la tostatura e sono potenzialmente cancerogene. Noi quindi tostiamo i chicchi facendo attenzione a non arrivare alla bruciatura, in questo modo il livello di ceneri del nostro caffè è bassissimo, assolutamente non dannoso per la salute».