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giovedì 17 Aprile 2025
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Bloom, a Treviso la caffetteria specialty con spazio co-working, il titolare Davide Fabris: “Ribaltiamo il panorama nel Trevigiano”

Fabris: "È un percorso lungo e difficile ma siamo sulla buona strada. All’inizio il filtro è stato accolto con diffidenza ma oggi ne vendiamo una media di 20 tazze al giorno. In più, 1 persona su 5 prende lo specialty al posto dell’espresso. Il nostro obiettivo è ripercorrere il percorso del vino e creare una maggiore attenzione verso il caffè. In quattro o cinque anni penso che si potrà distinguere nettamente la caffetteria più specializzata dal semplice bar di quartiere”

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TREVISO – A pochi minuti a piedi dalla piazza dei Signori, ubicata nel cuore di Treviso, presso via San Liberale 10, sorge Bloom, l’innovativa caffetteria che fonde spazio co-working con ristorazione di alta qualità e un occhio di riguardo per lo specialty coffee. Il locale è nato il 27 settembre del 2019, pochi mesi prima del covid, ma l’idea arriva un anno prima quando il titolare Davide Fabris e il suo socio si sono recati in Olanda, dove hanno trovato una concezione completamente differente da quella italiana del significato di caffetteria e di attenzione al cliente con una vasta offerta di tipologie del caffè.

Davide Fabris riflette: “Ho sempre visto il caffè come un bene di consumo veloce. Con il corso degli anni sono giunto alla conclusione che la qualità è tutt’altra cosa. Nonostante si parli spesso del valore irraggiungibile dell’espresso italiano la verità è che non sempre, nel Bel Paese, il caffè è valorizzato come dovrebbe. Un esempio? Le recenti inchieste di REPORT che hanno gettato luce e consapevolezza su un mondo che, purtroppo, non è avanzato come si penserebbe in Italia”.

L’offerta di Bloom (immagine concessa)

Bloom: la caffetteria co-working di Treviso

Il consumatore sta diventando sempre più consapevole nei prodotti che sceglie: dalla carne, al vino fino a passare alle materie prime. Perciò perché questa attenzione non è riservata al caffè? Da qui l’idea di Bloom.

Fabris continua: “Bloom è nato come caffetteria di stampo europeo. La tipologia di clientela è medio-alta. Il prezzo del caffè parte da 2,20 euro e, con determinati filtri, è possibile arrivare a spendere 5 o 6 euro”.

Oltre al classico caffè espresso, da Bloom è possibile richiedere estrazioni alternative come il caffè filtro con il v60, aeropress e chemex. C’è di più: il locale varia quanto più possibile la qualità e l’origine dei prodotti. Ogni giorno c’è una scelta di 4 o 5 monorigini ed è possibile acquistare il caffè in grani o macinato.

Fabris aggiunge: “Da Bloom cerchiamo anche di fare cultura. Va bene che il cliente venga da noi per un semplice espresso ma propongo anche la vendita di accessori che servono per fare il caffè a casa come grinder, bilancini, filtri, french press e così via. In tal modo il consumatore finale si fidelizza e impara di più su questo mondo. Stiamo cercando di ribaltare il panorama nel Trevigiano. È un percorso lungo e difficile ma siamo sulla buona strada. All’inizio il filtro è stato accolto con diffidenza ma oggi ne vendiamo una media di 20 tazze al giorno. In più, 1 persona su 5 prende lo specialty al posto dell’espresso. Il nostro obiettivo è ripercorrere il percorso del vino e creare una maggiore attenzione verso il caffè. In quattro o cinque anni penso che si potrà distinguere nettamente la caffetteria più specializzata dal semplice bar di quartiere”.

“Inoltre” prosegue Fabris “nel breve periodo vorrei eliminare il blend e sostituirlo con un home blend specialty caratterizzato da una prima e distinta nota di acidità, per avvicinare sempre di più il cliente a questo mondo. Nel giro del 2027 prevedo di sostituire completamente il blend e avere semplicemente il single origin in espresso”.

E in effetti a Milano, Bergamo, Roma e nelle principali città del Bel Paese stanno nascendo sempre più caffetterie specializzati che offrono caffè specialty di alta qualità. Ma Bloom è diverso: è stato creato come locale co-working. Il piano terra offre un bistrot di stampo internazionale in cui si serve la colazione salata tipica dei Paesi del nord Europa con proposte come avocado toast e uova strapazzate.

L’offerta non trascura ovviamente la qualità dei prodotti italiani come la pasticceria fatta in casa e una particolare attenzione per le intolleranze. Il banana bread, ad esempio, è senza lattosio e la torta del giorno è senza glutine per avere una maggiore flessibilità nei confronti della clientela. Stesso discorso vale per il cappuccino che è proposto con latte vaccino o con le bevande vegetali (soia, mandorla, cocco e avena).

La preparazione del v60 (immagine concessa)

L’offerta prosegue con la pausa pranzo con un menù di 32 portate dal sapore internazionale. Ma torniamo all’aspetto co-working: al primo piano c’è un’area di 140 metri quadrati con un soppalco open space moderno dove le persone possono lavorare e studiare con tutte le comodità grazie ad una connessione wi-fi privata, stampante e la presenza armadietti.

Fabris aggiunge: “Il design del locale è stato realizzato dagli architetti Storage Associati di Milano che hanno sfornato progetti del calibro del ristorante Lùbar. Le vetrate ampie di Bloom ricordano il Nord Europa. Abbiamo ben diviso le due aree del locale: nello spazio co-working non si può mangiare e al piano terra non si usa il computer ma in tutte le zone di Bloom si può bere, soprattutto il caffè che è il vero protagonista”.

Anche il co-working è stata una scommessa vincente considerato l’alto numero di lavoratori in smart working, un fenomeno che ha visto una grande crescita dall’avvento del Covid.

“Ogni giorno ospito nell’area co-working intorno alle 30 persone tra lavoratori e studenti” conferma Fabris.

La sostenibilità è inoltre un tema importante che rispecchia i valori di Bloom. Lo scorso anno il locale ha vinto il premio FIPE Green, assegnato durante la Veneto Food Excellence, per l’uso di materiali eco-sostenibili: dall’uso dei detersivi ecologici all’uso dell’attrezzatura.

“Abbiamo trovato la nostra anima e identità di locale. L’obiettivo di ora è quello di consolidarmi sempre di più all’interno delle caffetterie in Italia. Recentemente sono stato inserito all’interno della Guida del Gambero Rosso. Per il futuro invece vorrei aprire altri punti vendita in diverse città” conclude Fabris.

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