I dati elaborati da Confcommercio Bergamo confermano la crisi del settore. Rimangono stabili invece i ristoranti: a fine 2024 erano 7161 le imprese contro le 7105 del 2023: si contano quindi 56 imprese in più. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul quotidiano Prima Bergamo.
La crisi dei bar a Bergamo
MILANO – L’intramontabile, e tutto italiano, modello del bar sotto casa è in crisi. Questo succede non solo nei piccoli paesi, dove il rischio è la desertificazione dopo la chiusura anche dei negozi, ma anche nei centri più grandi e in città. Il discorso vale anche per la Bergamo e provincia, dove da fine 2023 a fine 2024 si sono persi 66 servizi di bar (-2,1 per cento su un totale di 3004).
L’intramontabile, e tutto italiano, modello del bar sotto casa è in crisi. Questo succede non solo nei piccoli paesi, dove il rischio è la desertificazione dopo la chiusura anche dei negozi, ma anche nei centri più grandi e in città. Il discorso vale anche per la Bergamo e provincia, dove da fine 2023 a fine 2024 si sono persi 66 servizi di bar (-2,1 per cento su un totale di 3004).
I dati sono quelli raccolti dall’ultimo Osservatorio Cruscotto Dataviz (al IV trimestre 2024) su elaborazione dati Infocamere Fipe-Confcommercio Bergamo.
Crescita sì, ma non troppo
In generale, il settore dei servizi di ristorazione presenti in Bergamasca può dirsi in leggera espansione. A fine 2024 erano 7.161 le imprese contro le 7.105 del 2023: si contano quindi 56 imprese in più. A essere cresciuti, seppur pochissimo, sono i ristoranti con 38 insegne (+un per cento su un totale di 3707), mentre in forte ascesa sono i servizi di preparazione e fornitura pasti (mense, catering e banqueting, dark kitchen), che crescono di 27 unità (+7,4 per cento).
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