martedì 25 Febbraio 2025
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Iginio Massari firma le chiacchere a 100 euro al chilo, lo chef Guido Mori: “Solo marketing”

Mori come riportato da Il Messaggero: ”Il mio consiglio, a tutti quelli che vogliono comprarsi le chiacchiere, o come li chiamiamo noi in Toscana i cenci, è di andarli a prendere in una pasticceria vicino a casa e che le comprino da un pasticcere che le ha fatte a mano”

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MILANO – Il maestro Iginio Massari torna ad essere al centro della discussione. Questa volta il volto della pasticceria italiana firma le chiacchere a 100 euro al chilo, registrando un aumento di prezzo del 25% rispetto al listino dell’anno scorso. Ma a Milano si trova lo stesso prodotto, in panetteria, a 66 euro al chilo. Le prime polemiche non sono tardate ad arrivare. Lo chef Guido Mori, con un seguito di oltre 134mila follower social, ha affermato che il prezzo di Massari non è giustificato dalla qualità, bensì da una mera strategia di marketing.

Le chiacchere di Iginio Massari a 100 euro al chilo

“Massari ha una grande catena di pasticcerie semi-industrializzate, che producono prodotti di un certo livello, ma su scala massiccia. – ha detto chef Mori intervistato da Mov e ripreso anche dal quotidiano romano Il Messaggero – È vero che le materie prime sono cresciute di prezzo, ma l’aumento secondo me è dovuto a una manovra di marketing”.

Continua Mori sempre su Il Messaggero riferendosi a Massari: ”Il mio consiglio, a tutti quelli che vogliono comprarsi le chiacchiere, o come li chiamiamo noi in Toscana i cenci, è di andarli a prendere in una pasticceria vicino a casa e che le comprino da un pasticcere che le ha fatte a mano”.

Il prezzo di 100 euro al chilo per le chiacchere sembra decisamente elevato. Dalla nuova indagine Altroconsumo è emerso che i consumatori della community spenderanno circa 16 – 20 euro per un chilo dei loro dolci di Carnevale e soltanto il 9% prevede di spendere più di 30 euro.

(dati: Altroconsumo)

Per avere un’idea chiara sui costi di questi dolci, Altroconsumo ha analizzato 49 punti vendita tra panetterie, pasticcerie e supermercati a Roma e a Milano.
Le chiacchiere costano in media 28,80 euro al chilo, mentre i tortelli (o castagnole) circa 30 euro al chilo. Interessante notare che i prezzi medi delle chiacchiere, se confrontati con quelli dell’indagine Altroconsumo del 2024, sono aumentati del 5% e i tortelli, invece, del +7%.

Confrontando i prezzi nei diversi punti vendita è emerso che rivolgersi alla grande distribuzione è il modo più efficace per risparmiare. Il prezzo delle chiacchiere nei supermercati o ipermercati è circa un terzo rispetto a quello nelle panetterie e un quarto nelle pasticcerie.

In ogni tipo di punto vendita i prezzi sono abbastanza vari e la forchetta tra minimo e massimo è grande. Negli ipermercati e nei supermercati per le chiacchiere si può spendere da 6,36 euro al chilo fino a 12,76 euro al chilo. In panetteria i prezzi vanno da 13 euro al chilo a 55 euro al chilo, mentre nelle pasticcerie i prezzi variano dai 20 ai 60 euro al chilo.

(dati: Altroconsumo)

Per i tortelli (o frittelle), invece, il prezzo in grande distribuzione è circa la metà rispetto al prezzo in panetterie e pasticcerie.

A seconda del punto vendita si può spendere da 9,40 euro a 22,60 euro al chilo in ipermercati a supermercati; mentre nelle panetterie e pasticcerie i prezzi sono più alti e partono da 18 euro al chilo fino a raggiungere i 55 euro al chilo.

Tra i consumatori della community ACmakers 9 su 10 mangeranno le chiacchiere, conosciute anche come frappe o bugie, mentre più di 1/3 preferisce i tortelli (castagnole) alla crema e circa1/4, invece, senza nessun tipo di ripieno.

Ma non sono certo questi gli unici dolci tipici del periodo di Carnevale, ci sono infatti anche risole, migliaccio, zeppole, struffoli, graffe, schiacciata, ravioli dolci, cicerchiata e frittelle di ogni tipo.

Metà dei consumatori che hanno risposto al questionario mangerà dolci fatti in casa, ma circa 1/3 degli intervistati ricorrerà invece a soluzioni acquistate in supermercati, panetterie o pasticcerie.

Circa tre intervistati su quattro pensano che al supermercato si acquistino prodotti meno buoni rispetto a quelli della pasticceria o quelli fatti in casa, mentre circa il 15% è dell’idea che non ci sono differenze tra i due e, invece, una piccola minoranza li trova addirittura migliori.

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