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RAPPORTO ICO GENNAIO 2013 – Effetto roya sui prezzi del caffè

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MILANO – L’ indicatore composto risale a 135,38 centesimi (+3,1%). Risentendo dei timori legati al proliferare della ruggine del caffè in alcuni paesi produttori latino americani. Export massimi storici per i maggiori imbarchi di robusta. Ma le scorte Liffe sono in forte calo (-58%). Importante trasferta africana poi per il direttore esecutivo Robério Oliveira Silva. Per leggere subito l’originale con tutte le tabelle.

Inizio anno in ripresa per i prezzi del caffè

Secondo i dati contenuti nel report Ico di gennaio – diffuso nel pomeriggio di ieri – l’ indicatore composto si è rivalutato. A gennaio, del 3,1% risalendo a 135,38 centesimi per libbra.

Nonostante questo parziale recupero si tratta del secondo livello più basso da maggio 2010. L’indicatore rimane inferiore del 9,2% alla media 2012 e del 28,33% al valore di gennaio 2012.

L’analisi dei dati quotidiani relativi a gennaio evidenzia una fiammata a metà mese, che ha spinto l’indicator price a un massimo di 139,44 centesimi per libbra il giorno 18 gennaio.

Un successivo ridimensionamento ha portato al minimo mensile di 132,98 centesimi a distanza di soli 6 giorni (24 gennaio).

Una contenuta ripresa ha fatto infine risalire l’indicatore a 134,41 centesimi il 31 gennaio

Poco al di sotto del valore di inizio mese. L’analisi dei dati disaggregati evidenzia incrementi simili (attorno al 3%) per tutte le voci. Colombiani dolci, altri dolci e brasiliani naturali crescono nell’ordine del 2,9%, 3% e 3,2%. La media di New York torna poi in area 150 centesimi segnando un +3,1%.

I valori giornalieri dei robusta sono risaliti, per la prima volta da novembre, sopra la soglia dei 100 centesimi 

Concludendo il mese a 102,44 centesimi, per una media di 99,69 superiore del 3,2% a quella di dicembre. Londra infine registra la variazione positiva più rilevante rivalutandosi del 3,4%.

A incidere sull’andamento sopra delineato, i problemi causati dal proliferare della ruggine del caffè (Hemileia vastratrix) in estese aree di centro America e Messico. Che potrebbe ripercuotersi in modo significativo sui prossimi raccolti. Determinando in prospettiva (anche se le valutazioni risultano ancora premature) una minor produzione di 2,5-3 milioni di sacchi.

Ben 4 paesi (Honduras, Nicaragua, Guatemala e Costa Rica) hanno proclamato lo stato di emergenza nazionale

Che consente loro di ricevere stanziamenti e donazioni da soggetti pubblici e privati. Il Nicaragua ha poi recentemente varato una campagna di formazione rivolta a produttori ed esperti.

Guatemala ed El Salvador stimano che la roya potrebbe aver colpito già tra il 40% e il 50 delle piantagioni e si stanno mobilitando per fornire anticrittogamici ai contadini. L’Honduras ha anche proclamato lo stato di emergenza fitosanitaria.

A controbilanciare queste notizie, i dati della stima preliminare Conab sul raccolto brasiliano 2013/14

Che prevede una produzione compresa tra i 47 e i 50,2 milioni di sacchi, con un valore mediano di 48,57 milioni, inferiore di appena il 4,45% al raccolto record dell’anno scorso. Come si osserva anche nel report, la ciclicità biennale degli arabica tipica del Brasile si è considerevolmente attenuata in tempi recenti.

L’Ico non fornisce questo mese cifre dettagliate sulla produzione mondiale 2012/13; limitandosi a sostenere che essa è attualmente stimata a 144,5 milioni di sacchi (144,1 circa nel report di dicembre). In crescita del 7,3% rispetto al 2011/12.

Il report si concentra nella sua ultima parte sui dati relativi all’export di dicembre

E sul riepilogo per l’intero anno solare 2012, per i quali vi rimandiamo a quanto riportato nella nostra analisi di venerdì scorsoRiepilogando quanto già scritto la settimana passata ricorderemo che l’export mondiale ha registrato, nell’arco del 2012, il volume record di 113.143.788 sacchi, pari all’8,19% in più rispetto ai 104.577.353 sacchi del 2011.

Al lieve calo degli imbarchi di arabica (-0,77%), pari a 66.527.718 sacchi (contro i 67.042.970 del 2011) ha fatto riscontro un’impennata dell’export di robusta. Passato dai 37.534.383 sacchi del 2011 a 46.616.071 nel 2012. Con un incremento, anno su anno, del 24,2%.

Ciò porta la percentuale di robusta sull’export mondiale al livello record del 41,2%

Contro il 35,9% del 2011, il 32,8% del 2010 e una media del 35,29% nell’arco degli ultimi 10 anni. Nonostante l’intensificarsi dell’export di robusta nei 12 mesi trascorsi – si legge nel rapporto – le scorte certificate Liffe risultano in forte flessione.

A dicembre 2012, gli stock del mercato londinese raggiungevano appena gli 1,8 milioni di sacchi, contro i 4,3 milioni di 12 mesi prima (-58%).

Andamento opposto a New York dove le scorte certificate sono passate da 1,7 milioni, nel dicembre del 2011, a 2,9 milioni nell’ultimo mese dell’anno solare 2012, a riprova del maggiore appetito del mercato per i robusta.

L’intensificarsi dell’export negli ultimi due anni (quasi il 17% in più) ha avuto anche come effetto il ridursi delle scorte iniziali dei paesi esportatori, che risultavano pari a 15,3 milioni di sacchi all’inizio dell’annata caffearia corrente, contro i 18,2 del 2011/12.

Importante trasferta africana per il direttore esecutivo Ico Robério Oliveira Silva e il chief economist dell’organizzazione Denis Seudieu, che hanno preso parte, il 30 e 31 gennaio, al Forum sui caffè robusta africani organizzato a Libreville, la capitale del Gabon, dall’Agenzia dei caffè robusta dell’Africa e del Madagascar (o Acram secondo l’acronimo francese).

Al forum è seguita la seconda assemblea generale di questa agenzia, natanel 2007 sulle ceneri dell’Organizzazione africana e malgascia del caffè (Oamcaf).

Tema del forum: “La sostenibilità e la competitività dei robusta africani”.

Silva ha preso la parola durante la cerimonia inaugurale con un focus sul mercato mondiale e un approfondimento dedicato alle prospettive del comparto africano.

Durante la sua permanenza a Libreville, il direttore esecutivo ha incontrato, tra gli altri, il ministro dell’economia del Gabon Luc Oyoubi e il presidente del Consiglio del caffè e del cacao della Costa d’Avorio (nonché ex ministro dell’agricoltura di questo paese) Lambert Konan Kouassi.

 

Per leggere subito l’originale con tutte le tabelle

http://www.comunicaffe.com/files/coffee_market_report_january_2013.pdf

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