RIMINI – Nel bel mezzo della Fiera di Rimini, SIGEP 2025, le occasioni di incontro si moltiplicano e permettono di far combaciare i due estremi di una filiera frastagliata e complessa come quella del caffè. È stato il momento per confrontarsi con il vice ministro dell’agricoltura di Cuba, Nel San Loi Martinez per fare il punto su un Paese produttore che ha le sue peculiarità.
Martinez, quale futuro vede per il caffè di Cuba?
“Innanzitutto Cuba è stato in passato un grande produttore di caffè. Ha avuto una grande produzione negli anni ‘70 che è stata per lo più dedicata al consumo interno. Oggi c’è di nuovo la visione verso l’esportazione di questo prodotto, in un momento in cui il consumo di caffè locale è diminuito perché i giovani preferiscono altre bevande: l’idea quindi è quella di continuare a investire nella produzione di caffè sul piano della qualità e non della quantità.
Siamo qui con BiocubaCafè, impresa mista tra il Gruppo Agroforestal di Cuba, entità statale, Lavazza e AICEC – Agenzia di scambio economica e culturale con Cuba -. Obiettivo futuro, posizionare il caffè cubano sul mercato, attraverso la sua alta qualità.”
Qual è l’importanza di questa collaborazione internazionale per il futuro del caffè di Cuba?
“Già da tempo abbiamo lavorato come Ministero dell’agricoltura con varie agenzie di cooperazione straniere e a breve dovremmo collaborare anche con l’Agenzia italiana di cooperazione allo sviluppo per dei progetti che possano permettere a donne e giovani del Paese di rimanere nelle campagne e dedicarsi ad un’agricoltura che sia sostenibile e consenta di non dover abbandonare il proprio territorio.
Cuba è un Paese che si è mostrato in grado di poter acquisire molte conoscenze e per questa ragione sono importanti le collaborazioni a livello internazionale e ottenere maggiori riconoscimenti.”
Alcuni dati rispetto a livello di produzione del caffè cubano?
“Il caffè cubano sta passando in questo momento ad una produzione tra le 8 e le 10mila tonnellate e l’idea è quella di inserirsi sul mercato internazionale con volumi pari a circa duemila tonnellate.”
Ci sono progetti a sostegno dei piccoli produttori di caffè?
“Questa impresa mista pone attenzione proprio sui produttori per permettere loro di procedere con il lavoro in modo sostenibile sia per le persone che per l’ambiente. Il capitale umano è una risorsa fondamentale per Cuba, ed è quasi obbligato al rispetto della foresta: esistono dei programmi di semina del caffè con una cura particolare.
Inoltre Cuba resta nel corridoio degli uragani, fenomeno peggiorato con il cambiamento climatico e per questo si stanno pensando a nuove strategie specifiche per affrontarlo: solo quest’anno sono avvenuti due passaggi dell’uragano, uno di questi ha colpito in particolare le zone di coltivazione di caffè.
Nonostante questo, più dell’80% delle piante colpite sono state recuperate grazie a questi programmi dedicati alla difesa dell’ambiente.”
C’è un interesse dei giovani verso il mercato del caffè, per la produzione e l’esportazione?
“Sì, i giovani che vivono in questi territori rurali per la maggioranza si dedica alla produzione di caffè. L’apertura economica del Paese negli ultimi anni, motiva le nuove generazioni a continuare nella coltivazione di questa materia prima: grazie all’esportazione e ad alcune dinamiche messe in atto da BioCubaCafè, è possibile aspirare ad un futuro in cui molti più giovani e donne si dedicheranno a questa attività.
Dandoci la garanzia che nei prossimi 25 anni queste coltivazioni verranno seguite dalle nuove generazioni.”