Gli americani preferiscono il caffè economico a quello migliore e più costoso, anche perché molti di loro non sanno apprezzare la differenza.
IL GUSTO DEGLI AMERICANI PER IL CAFFÈ – Secondo quando dichiarato al Washington Post da Howard Telford, analista di Euromonitor, «molte persone in America potrebbero sorseggiare un caffè di alta qualità e non apprezzarne il gusto».
Sembra quindi un problema d’educazione quello che ha spinto gli americani verso una sempre maggiore diffusione delle qualità di caffè più scadenti, ma l’analisi del giornale della capitale punta con decisione verso un altro aspetto determinante nel plasmare il mercato: il prezzo.
VINCE IL PRODOTTO MENO CARO – Per questo negli Stati Uniti dominano alcuni attori specializzati nella distribuzione del caffè più economico e, secondo la maggior parte degli esperti, scadente.
Solo l’8% degli americani acquista caffè in grani ed è una percentuale che si riduce sempre di più a favore del prodotto già macinato e quindi con una grana omogenea e invariabile in tutto il paese.
Allo stesso tempo si è impennata la vendita di caffè in cialde, decuplicata dal 2009 e ancora in crescita vertiginosa. In parallelo c’è stata l’avanzata delle macchine che impiegano le cialde a discapito della classica macchina per preparare il caffè all’americana.
Un progresso che ha proiettato verso la leadership del mercato Keurig Green Mountain, che produce le K-Cups, vero asso pigliatutto sul mercato del caffè americano con circa il 20% delle vendite retail, che vende come il secondo e il terzo concorrente, Folgers e Starbucks, insieme. Il segreto del successo di Keurig è nella vendita di cialde oversized ed economiche.
IL PREZZO PRIMA DI TUTTO – Nonostante l’avanzata delle torrefazioni artigianali, che si disputano un ricco mercato di nicchia, gli americani sembrano perfettamente a loro agio con le miscele più economiche, anche perché il livello di consumo medio rimane elevato nonostante la crisi economica o le campagne contro l’abuso nel suo consumo, e gli americani nel portafogli sono particolarmente sensibili al prezzo e ben poco alla qualità, vale per il caffè come per gli altri consumi alimentari.