Fabio Verona, esperto del chicco e responsabile formazione ed eventi presso Caffè Costadoro, ha espresso la sua opinione sull’ultima puntata di REPORT su Rai Tre analizzando nel dettaglio la situazione del settore in Italia. Leggiamo di seguito le considerazioni di Fabio Verona.
di Fabio Verona
“La recente puntata di report è stata l’ennesimo schiaffo alla mancanza di professionalità in uno dei settori più diffusi in Italia: il bar. Per quelli che, come me e i miei colleghi intervistati, considerano il tema della pulizia delle attrezzature parte della quotidianità, purtroppo, per la maggior parte dei professionisti di strada, si tratta di perdite di tempo, cose inutili o, peggio ancora, pratiche da evitare perché “non si sono mai fatte” o perché si pensa che altrimenti il caffè venga male.
Abbiamo assistito a situazioni a dir poco imbarazzanti, palesemente lontane da quelli che possono essere i canoni di corretta prassi igienica su qualsiasi alimento, eppure supportate sia dalle torrefazioni che dalle istituzioni (perché non venite a dirmi che molti dei locali famosi ripresi non sono frequentati da forze dell’ordine, politici, ecc.), eppure che dichiarano numeri lavorativi da capogiro.
Ma tant’è che proprio questa è la loro forza: “migliaia di clienti ogni giorno e nessuno si è mai lamentato” hanno rinfacciato al buon Godina mentre elencava i difetti presenti nel caffè.
Allora, dobbiamo davvero credere ad una mutazione genetica del cavo orale dei napoletani (e non solo), oppure sostenere la tesi del nonno, il quale affermava che l’unico vino buono fosse il suo, anche se era astringente e con note decisamente acetiche, ma siccome macchiava il bicchiere voleva dire che era genuino?
Se così fosse, probabilmente gli enologi che oggi fanno grandi i nomi di cantine famose sarebbero disoccupati, e noi non potremmo godere dei loro stupendi vini.
Lo so, è banale, detto e ridetto mille volte da tutti, ma allora perché ancora non ci stiamo riuscendo? Dobbiamo ripartire dal consumatore.
Grazie a trasmissioni di denuncia come questa si arriva ad un pubblico ampio, ma bastano pochi giorni e tutto viene dimenticato.
Le associazioni di categoria purtroppo vivono di sussidi economici privati, e non possono essere palesemente di parte ma nemmeno categoricamente contrarie a queste situazioni. Occorre riuscire ad uscire da questa impasse.
Forse l’unico gruppo di baristi internazionali che da sempre (e senza mettersi d’accordo) dice la stessa cosa à la SCA, la specialty coffee association, che in Italia ha moltissimi trainer, tutti bravi e che divulgano la vera qualità del caffè.
Ci vorrebbe, caro Bernardo Iovene, un supporto da parte della televisione pubblica maggiore, che senza andare a fare nomi e cognomi, facesse un servizio pulito di informazione puntuale, costante, un appuntamento fisso.
Lo so, lo spot accusatorio crea audience, fa scalpore e paga in visualizzazioni, il format invece annoia e dopo un po’ diventa banale; ma parliamone, troviamo il modo di farlo diventare interessante e facciamo che le persone non debbano più pensare al caffè come ad una medicina per svegliarsi, ma come ad una buona bevanda per ristorarsi e, per favore, che non sia la solita purga!
Di certo le idee non ci mancano, ed io intanto inviterei il ministro della salute Orazio Schillaci ed il ministro della Cultura Alessandro Giuli, a formare un tavolo tecnico per affrontare serenamente le opportunità per far tornare in auge una delle più iconiche bevande italiane, l’espresso. Io ci sono”.
Fabio Verona