MILANO – Seduta di consolidamento per i mercati del caffè, dopo i forti ribassi di metà settimana. Nella seduta di ieri, giovedì 12 dicembre, entrambe le borse sono tornate a salire conseguendo qualche guadagno. A New York, il contratto principale ha chiuso in ripresa di 105 punti, a 321,25 centesimi, al termine di una seduta caratterizzata da un trading range nettamente più ristretto rispetto ai giorni precedenti. A Londra, il contratto per scadenza marzo si è rivalutato dell’1% (+$51) recuperando le perdite iniziali.
Emergono intanto maggiori dettagli sul report diffuso questa settimana da Neumann Gruppe, che ha contribuito a muovere i mercati nella giornata di ieri, principalmente in ragione di una stima sul prossimo raccolto di arabica del Brasile, nettamente meno pessimistica rispetto a un’altra condivisa da Volcafe nei giorni precedenti. Va comunque precisato che Neumann è tutt’altro che ottimista quanto alle prospettive del mercato mondiale.
Venti contrari sui mercati
Secondo il colosso tedesco appare difficile che i consumi possano ripartire nel corso del 2024/25, poiché i costi elevatissimi della materia prima continueranno a ripercuotersi sui prezzi. “Riteniamo che la domanda mondiale stia affrontando significativi venti contrari, nonostante il ricarico dei maggiori costi del caffè verde sul consumatore sia stato lento e differito” scrive Neumann nel report. “L’attuale livello dei costi richiederà ulteriori rincari dei prezzi al consumo e questo ci rafforza nella nostra convinzione”. Nel 2024/25, la domanda mondiale è destinata a rimanere sotto i 170 milioni di sacchi, più o meno in linea con quella del 2023/24, afferma ancora il trader tedesco. Ciò prefigura un deficit di offerta di 2 milioni di sacchi, a fronte dei 2,6 milioni di surplus registrati a fine 2023/24. Secondo il report, i consumi mondiali sono diminuiti, per la prima volta, durante la pandemia. Mentre la domanda nei mercati emergenti ha pienamente recuperato la flessione, quella nei mercati maturi di Europa e nord America rimane sempre al di sotto dei livelli pre-Covid. Con riferimento al Brasile, “l’osservazione sin qui compiuta corrobora l’opinione, da noi sostenuta da tempo, che la produzione di arabica sarà al di sotto della media”, con un raccolto attorno ai 40 milioni di sacchi, scrive Neumann. Per quanto riguarda invece il 2025/26 – sostiene ancora Neumann – le indicazioni attuali fanno propendere maggiormente per un sostanziale equilibrio tra domanda e offerta, che non per un’altra annata di deficit, che rischierebbe peraltro di rivelarsi “insostenibile”.
Nel suo report Volcafe prevede invece, per il 2025/26, un deficit di 8,5 milioni di sacchi, il quinto consecutivo: una circostanza, questa, senza precedenti.
Cafezinho amaro per i brasiliani
Caffè amaro anche per i consumatori brasiliani, con aumenti a raffica annunciati dai principali competitor del mercato. 3Corações – una joint-venture tra Strauss Group e la locale São Miguel – ha annunciato, per gennaio, rincari nell’ordine dell’11%, che fanno seguito un +10% attuato già questo mese. Melitta ha applicato aumenti medi del 25%, che fanno seguito a un recente ritocco dei listini del 12%. Il numero uno mondiale pure-play Jde Peet’s ha – a sua volta – annunciato rincari del 30% per l’anno a venire. Il Brasile è il secondo paese consumatore mondiale dopo gli Usa, con consumi stimati, per il 2022/23, in 21,68 milioni di sacchi (dati Abic).
Nuove stime sul Vietnam da Vicofa
Nuove cifre sul Vietnam sono state diffuse, in questi giorni, dall’influente Associazione del caffè e del cacao (Vicofa). L’Associazione prevede che il raccolto di quest’anno (2024/25) sarà compreso tra i 26,67 e 28,33 milioni di sacchi, al di sotto del dato medio di 28,5 milioni espresso da vari analisti indipendenti. L’export segnerà – sempre secondo Vicofa – un incremento del 9% attestandosi a 23 milioni circa. Ottimismo anche per i consumi, che l’Associazione prevede quest’anno tra i 4,5 e i 5 milioni di sacchi.