MILANO – Riceviamo da Andrea Ciravegna, crudista della Caffè Verde Europe srl di Roma, un interessante excursus storico che assume contorni attuali alla luce delle recenti, vorticose, variazioni dei prezzi del caffè. Leggiamo di seguito le sue considerazioni.
di Andrea Ciravegna
Ritengo superfluo fare il punto del mercato caffeicolo da fine dello scorso anno ad oggi. Tutti gl’interessati al caffè hanno seguito passo per passo questi aumenti sia sui caffè robusta, che su quelli arabica.
Le cause sono ben note. Qualcuna ben documentabile qualcun’altra ben speculativa. Infatti dove vi è “fibrillazione” su un prodotto la speculazione è pronta ad intingerci il biscottino, come si usa dire.
La cosa che però disturba è l’essere in balia di multinazionali che possono, ad ogni apertura di bocca, far salire o far discendere le quotazioni.
Il settore del caffè abbraccia ancora tante grandi, medie e piccole realtà che in questo baillamme non sanno più che pesci pigliare e si chiudono ad ostrica. Questo danneggia il commercio e crea solo confusione.
Chi scrive ha ancora a mente la famosa gelata del 1975 che portò ad un fortissimo aumento dei prezzi solo l’anno successivo quando il Santos Fancy raggiunse la quotazione di ben dollari Usa 400 per 50 kg per poi ridiscendere drasticamente nella seconda metà di aprile 1977.
In quel periodo giocoforza si mise più caffè robusta nelle miscele a scapito dell’arabica per non modificare il prezzo al consumatore.
Questa pratica allontanò molti amanti di questo elisir di lunga vita. Dopo pochi anni un importante torrefattore creò la miscela di caffè solo arabica. Molti altri lo seguirono e da allora il consumatore è libero di scegliere il prodotto che preferisce.
Va da sé che quello 100% arabica ha un costo più elevato, ma il gusto è migliore ed ha una percentuale di caffeina minore rispetto ad una miscela fatta con molto robusta e poco arabica.
Con i forti aumenti dei robusta degli ultimi mesi si è quasi raggiunta la parità con gli
arabica. Da qui la difficoltà di affrontare un mercato consumatore senza poter aumentare di molto la quotazione del torrefatto causa una concorrenza sempre sul piede di guerra. Le scorte di magazzino si stanno assottigliando sempre di più e data l’incertezza delle
quotazioni nel breve termine (come scritto qui sopra) si è creata una situazione di stallo che non aiuta nessuno.
L’auspicio è che il prezzo del caffè possa stabilizzarsi anche su queste quotazioni alte, più remunerative giustamente per i Paesi produttori, ma finalmente senza questa incertezza che danneggia tutto il settore.