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giovedì 12 Dicembre 2024
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Isic: il consumo di caffè può aggiungere 2 anni di vita sana

Molte raccomandazioni cliniche tradizionali per gli anziani hanno suggerito di ridurre o addirittura evitare il consumo di caffè. Questa nuova revisione propone che tali linee guida siano rivalutate alla luce delle evidenze scientifiche che dimostrano il ruolo del caffè nell’invecchiamento sano

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MILANO – Un nuovo articolo di revisione(1) pubblicato su Ageing Research Reviews e supportato dalla Scientific Information on Coffee (Isic) esplora il legame tra il consumo di caffè e un invecchiamento sano. La percentuale della popolazione mondiale di età pari o superiore a 65 anni sta crescendo rapidamente e si prevede che aumenterà dal 10% nel 2022 al 16% nel 2050(2).

Questo studio sottolinea l’importanza che il consumo regolare e moderato di caffè può avere per questa fascia di popolazione, come parte di uno stile di vita sano ed equilibrato.

La European Food Safety Authority (EFSA) considera sicuro e moderato un consumo fino a 400 mg di caffeina al giorno (equivalente a 3-5 tazze di caffè) per la maggior parte degli adulti. Per le donne in gravidanza o in allattamento, l’assunzione di caffeina dovrebbe essere ridotta a 200 mg al giorno (3).

Essendo uno degli alimenti più studiati al mondo, oltre 50 studi hanno osservato il potenziale del caffè nel ridurre la mortalità per tutte le cause, giocando un ruolo significativo nella diminuzione del rischio di malattie cardiovascolari, tumori, malattie respiratorie, declino cognitivo e fragilità.

La nuova revisione ha scoperto che il consumo regolare di caffè aggiunge in media 1,8 anni di vita sana, garantendo non solo una maggiore longevità ma anche una migliore qualità della vita.

Alcune ricerche suggeriscono che altri interventi nutrizionali anti-invecchiamento potrebbero avere un effetto di distorsione legato al genere; tuttavia, la revisione ha concluso che l’aumento dell’aspettativa di vita sana attribuita al caffè è evidente sia negli uomini che nelle donne.

Oltre a ridurre il rischio di alcune delle principali malattie croniche, il team ha esplorato il ruolo del caffè nei meccanismi biologici legati al processo di invecchiamento.

Questo include l’influenza del caffè nella mitigazione dell’instabilità genomica o delle mutazioni cellulari, che sono un noto fattore scatenante dell’invecchiamento, e nel rafforzamento della normale funzionalità cellulare.

È importante sottolineare che la revisione si è concentrata esclusivamente su studi condotti su esseri umani o tessuti umani, fornendo una comprensione più accurata e affidabile degli effetti del caffè sulla salute umana.

Molte raccomandazioni cliniche tradizionali per gli anziani hanno suggerito di ridurre o addirittura evitare il consumo di caffè (4,5,6,7). Questa nuova revisione propone che tali linee guida siano rivalutate alla luce delle evidenze scientifiche che dimostrano il ruolo del caffè nell’invecchiamento sano.

Sebbene il caffè sia principalmente associato al contenuto di caffeina, contiene anche una miscela di oltre 2.000 composti bioattivi. I polifenoli, ad esempio, possono fornire proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, riducendo la neuroinfiammazione o regolando la sensibilità all’insulina.

Sia i componenti con caffeina che quelli senza caffeina del caffè possono contribuire a prolungare la vita sana, ma c’è ancora molto da scoprire sui meccanismi esatti dietro il ruolo di questi componenti.

Gli autori evidenziano il forte potenziale per ulteriori ricerche sui benefici del caffè in questo campo.

Il dottor Rodrigo Cunha, autore principale e docente presso l’Università di Coimbra, ha dichiarato: “Sappiamo che la popolazione mondiale sta invecchiando più rapidamente che mai, ed è per questo che è sempre più importante esplorare interventi dietetici che possano permettere alle persone non solo di vivere più a lungo, ma anche in maniera più sana. Le raccomandazioni cliniche tradizionali hanno talvolta sottovalutato il ruolo del caffè nell’invecchiamento sano, ma con una solida base di ricerca che dimostra come il consumo regolare possa potenzialmente ridurre alcune delle malattie croniche più comuni, è probabilmente il momento di rivalutare queste indicazioni”.

Cunha aggiunge: “La nostra revisione sottolinea il ruolo che il consumo regolare e moderato di caffè può avere nel contrastare i meccanismi biologici che naturalmente rallentano o falliscono con l’avanzare dell’età, causando una serie di potenziali problemi di salute e comorbidità. Inoltre, c’è ancora spazio per comprendere meglio come funzionano esattamente questi meccanismi e quali individui possono essere predisposti biologicamente a trarre il massimo beneficio dal consumo di caffè”.

Il consumo moderato di caffè può essere definito come 3-5 tazze al giorno, basandosi sulla revisione EFSA sulla sicurezza della caffeina.

Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

Note

  1. Lopes CR & Cunha RA (2024). Impact of coffee intake on human aging: Epidemiology and cellular mechanisms. Ageing Research Reviews 102.
  2. United Nations (2024). Global Issues: Ageing. Accessed at: https://www.un.org/en/global-issues/ageing (September 2024)
  3. EFSA (2015). Scientific Opinion on the Safety of Caffeine, EFSA Journal, 13(5):4102.
  4. Troyer RJ & Markle GE (1984) Coffee Drinking: An Emerging Social Problem? Social Problems 31 (4):403-416
  5. Soroko S, Chang J, Barrett-Connor E (1996) Reasons for changing caffeinated coffee consumption: the Rancho Bernardo Study. J Am Coll Nutr 15(1): 97-10.
  6. James JE (1997) Is habitual caffeine use a preventable cardiovascular risk factor? Lancet 349: 279-81.
  7. Sotos-Prieto M., Carrasco P., Sorlí J.V., Guillén M., Guillém-Sáiz P., Quiles L., Corella D (2010) Coffee and tea consumption in a high cardiovascular risk Mediterranean population. Nutr Hosp 25:388-393.
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