Il settore del vending registra un bilancio negativo: nei primi nove mesi dell’anno il numero di consumazioni è diminuito del 3,4% a quota 2,9 miliardi, mentre il fatturato è sceso dell’1,7%, a quota 1,19 miliardi (è stato di 1,6 miliardi nell’intero 2023). Tra i fattori alla base della frenata dei ricavi pesa ancora lo smart working: Confida cita uno studio del Politecnico di Milano secondo cui il lavoro a distanza è stabile con oltre 3,55 milioni di dipendenti che lo praticano, e con stime di crescita per il 2025.
Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Emiliano Sgambato per il quotidiano Il Sole 24 Ore.
La crisi del settore del vending
MILANO – Dopo gli anni di graduale ripresa del post Covid, il settore dei distributori automatici di cibi e bevande torna a registrare un bilancio negativo: nei primi nove mesi dell’anno il numero di consumazioni è diminuito del 3,4% a quota 2,9 miliardi, mentre il fatturato è sceso dell’1,7%, a quota 1,19 miliardi (è stato di 1,6 miliardi nell’intero 2023).
Secondo i dati elaborati da Ipsos per Confida, l’Associazione italiana della distribuzione automatica, il caffè, che pesa per il 57% delle consumazioni, perde il 2,9% rispetto allo stesso periodo del 2023.
Male anche le bevande fredde che registrano un calo del 3,6%, gli snack (-2,8%) e i gelati (-34,3%). I prodotti che registrano un andamento positivo sono invece gli energy drink (+0,9%), le bevande a base di frutta con bassa (+8,9%) o alta (+3,12%) concentrazione di frutta, gli snack dolci (+4,7%) e salati (+0,5%), e il confectionery (cioè i chewingum e le caramelle, +5,2%).
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