MILANO – Da qualche giorno il settore caffeicolo italiano è in fermento attorno al dibattito aperto sulla questione prezzo della tazzina: a lanciare uno spunto di riflessione è stato il torrefattore leccese Antonio Quarta, con un’opinione che ha fatto discutere tra i suoi colleghi.
Francesco Sanapo condivide la sua opinione rispetto a quell’articolo:
“Partiamo dal presupposto che io da sempre e per sempre mi batto per aumentare il valore della tazzina. Ho ovviamente letto con la dovuta attenzione l’articolo di Antonio Quarta, che in realtà non ha fatto altro che alzare la voce rispetto ad una situazione effettiva dei salari che non crescono, andando quindi oltre la questione del prezzo dell’espresso.
Invito a interpretare con una maggiore sensibilità il contenuto di quell’intervista e in questa sede prendo le sue difese: è vero infatti come ha sottolineato lui, che rendere la tazzina un bene di lusso sarebbe una perdita per tutti, soprattutto se si vuole tutelare la tradizione culturale che ci sta dietro.
Mi schiero però anche dalla parte di chi vuole applicare un aumento, ricollegandomi sempre alla questione dei salari: dobbiamo alzare il costo dell’espresso proprio per coprire gli stipendi dei nostri operatori formati. Abbiamo la necessità di fare più margini per poter pagare di più i nostri ragazzi, anche se dall’altra è altrettanto vero che i consumatori hanno sempre meno potere d’acquisto.
Tuttavia, occupandomi di specialty, non posso rientrare nell’euro e 20, per cui forzatamente la differenza di prezzo dovrà esserci. Ci sarà sempre più una divisione tra chi vorrà affrontare questo contesto mantenendo un prezzo moderato e chi invece come me, alzerà ulteriormente la bandiera dell’eccellenza, con un conseguente aumento di prezzo seppure questo significherà acquistare meno caffè.
Ci tengo ancora una volta a sottolineare che la motivazione di Antonio Quarta si estendeva al di là della qualità, in quanto voleva comprendere il problema dei salari in Italia.
Da parte mia posso dire che il costo per chi fa un prodotto di qualità non può essere così basso: noi per primi con Ditta Artigianale stiamo valutando ora di far salire i prezzi, in modo da restare un’attività sostenibile.
Secondo me la cifra ideale per un espresso di alta qualità non può essere inferiore ai 2 euro: sto analizzando i miei costi di prodotto e ad oggi, a testa alta uscirei con questa cifra. Sebbene il mercato mi costringerà ad adattarmi diversamente, questo sarebbe il costo ideale.”