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lunedì 25 Novembre 2024
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COMITATO ITALIANO DEL CAFFÈ / 4 – L’appello di Antonio Quarta a tutti i torrefattori indecisi “perché aderiscano al Comitato”

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  • Dalla Corte
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Cari amici e colleghi,

devo confessare che mai avrei immaginato che un giorno mi sarei trovato di fronte ad una platea così qualificata, ancor più, in un contesto così suggestivo come questo splendido Museo delle Macchine per il caffè.

Questa giornata resterà memorabile per tutta la mia vita perché si sta avverando un sogno cullato sin dalla generazione precedente alla nostra, quello di far diventare il comparto di tutti gli operatori del settore caffè una risorsa strategica dell’imprenditoria nazionale, non soltanto per i fatturati che essa genera e che si traducono in gettiti fiscali importanti, per l’occupazione stabile che garantisce, per il lustro che da al made in Italy, ma anche per orientare positivamente le politiche industriali del comparto, in uno spirito paritario di collaborazione.

Un’occasione così solenne come la presentazione ufficiale del nuovo Comitato Italiano del Caffè, che è nato per volontà della stragrande maggioranza del nostro settore, deve rappresentare l’anno zero di una nuova stagione per la vita soprattutto dei Torrefattori italiani e non solo.

Celebrare oggi la conclusione di un lungo percorso che ha visto nell’ultimo anno noi tutti impegnati per toccare insieme questo traguardo, rappresenta una vera, grande soddisfazione per me.

Avendo avuto l’onore di presiedere l’Associazione italiana Torrefattori per cinque anni, sono tra coloro che meglio conoscono le problematiche comuni ai piccoli e medi torrefattori, le ansie e le preoccupazioni di coloro che si sono trovati in difficoltà a causa di fattori esterni alle loro responsabilità, come la crisi, la scellerata liberalizzazione del settore HO.RE.CA. e non ultimo il violento apprezzamento della valuta con la quale si effettuano gli acquisti della nostra materia prima.

L’Ait, dopo uno spassionato dibattito interno, ha deliberato nella stragrande maggioranza degli associati, di sciogliere il proprio organismo rappresentativo e di invitare tutti ad aderire nel nuovo Comitato Italiano del Caffè. Non c’è stata però unanimità. Ed è proprio agli amici della nostra filiera ed ai colleghi torrefattori , ancora incerti sul nuovo progetto comune, che oggi rivolgo quest’ultimo invito da presidente dimissionario.

Ho scritto di recente una lettera aperta a questi torrefattori, una specie di appello accorato a pensare al loro futuro come parte di una potente organizzazione e non come imprenditori indipendenti, esposti all’oggettiva debolezza dell’isolamento ad ogni genere di rischio.

Ribadisco nel tono e nella sostanza, qui e oggi, questa richiesta che ho inviato per posta elettronica a tutti e che è stata pubblicata anche su Comunicaffè.

Io capisco chi ancora ha dubbi e perplessità, e lo rispetto, perché anch’io per primo ne ho avuti, ma li ho superati dopo aver fatto un’approfondita analisi dei pro e dei contro di una decisione così definitiva, e lo incito perché non resti fermo, ma si faccia avanti ed esponga le sue titubanze.

Forse si tratta di dettagli insignificanti, forse di malintesi che pigramente ci siamo portati dentro fino a oggi, forse di scarsa conoscenza dei contenuti del Programma del nuovo Comitato Italiano del Caffè. Patrick Hoffer, Mario Cerutti, il nostro segretario Gianni Forni, i torrefattori più informati, gli altri dirigenti AIIPA, io stesso se serve, siamo tutti disponibili a dare l’ennesimo contributo di conoscenza affinché sia diradato l’ultimo dubbio in chi ancora ne ha.

L’ambizione dichiarata del nuovo Comitato Italiano Caffè è di rappresentare, presso le istituzioni nazionali, gli organismi europei come l’ECF e gli organismi internazionali come l’ICO, grandi, medi e piccoli imprenditori che lavorano operando nella filiera del comparto caffè, tutti indistintamente, convinti che stare insieme è un’opportunità da cogliere e non uno svantaggio da cui guardarsi.

Ma mi sta a cuore ripetere un altro concetto già sottolineato nella lettera che ho richiamato poco fa.

Se vi sono colleghi torrefattori che temono che sedere accanto ai giganti nazionali faccia loro correre il rischio di rimanerne schiacciati, si tranquillizzino perché, è stato già stabilito che nell’ambito della nuova grande famiglia che oggi vede la luce, saranno costituiti gruppi rappresentativi delle diverse tipologie di imprese che potranno confrontarsi, al tavolo comune del Consiglio Direttivo, sia sui rispettivi specifici problemi che sulle tematiche generali e comuni a tutto il settore.

Non voglio sottrarre altro tempo ai lavori e agli altri colleghi. Ribadisco il concetto-cardine della relazione del mio fine mandato, dove col cuore in mano ho chiesto a tutti gli amici e colleghi di aderire al nuovo progetto ed iscriversi al nuovo organismo, ed ho dichiarato di non ritenermi l’ultimo presidente dell’associazione italiana torrefattori, ma il presidente dello storico cambiamento, il presidente di imprenditori coraggiosi che hanno aperto una nuova strada insieme ad altri operatori dell’indotto caffè, ed abbracciato una nuova prospettiva per il benessere e la sicurezza delle nostre aziende, sostenendo una grande ed importante causa comune : il nuovo Comitato Italiano del Caffè. Buon lavoro e buona fortuna a noi tutti.

VIVA L’ESPRESSO ITALIANO…!!!

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