Una storia lunga decenni quella dell’Avio Bar di Lecce un’istituzione per diverse generazioni di clienti, salentini e non, stregati da un locale che ha avuto sempre un punto di osservazione privilegiato su Lecce e la sua quotidianità in continuo mutamento. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Giuseppe Martella per il Quotidiano di Puglia.
Il restyling dell’Avio Bar
LECCE – Se le saracinesche resteranno abbassate per un breve periodo, utile a portare nel futuro il locale tra viale XXV Luglio e Via Trinchese, la memoria di Luigi De Mitri, primo dipendente della Quarta Caffè, la storica famiglia della torrefazione che ha aperto il bar, e poi gestore riporta sotto i riflettori aneddoti e ricordi indelebili. Un lungo racconto.
“Ho iniziato a lavorare nei bar cittadini da ragazzino, nel periodo estivo alla chiusura della scuola. Ho servito il primo caffè all’Avio nel 1978. Un momento importante del mio percorso professionale, che era iniziato già un decennio prima. Un lavoro quotidiano svolto con passione e impegno e nel 1999 la famiglia Quarta mi ha in qualche modo “premiato” consegnandomi la gestione del locale”.
Oltre 45 anni dietro al bancone per il signor De Mitri, coadiuvato nel tempo da decine di collaboratori, nel corso dei quali l’occhio attento del barista ha “fotografato” i mutamenti della società.
“Col tempo, attraverso il comportamento dei clienti le sue parole abbiamo notato come la vita di ogni giorno sia divenuta sempre più frenetica. Prima c’era il piacere di entrare in un bar, scambiare una chiacchiera e degustare il caffè come se fosse il momento finale di un rituale. Oggi continua – tutti vanno di fretta, magari si sorseggia qualcosa mentre si parla al telefono o si tengono gli occhi fissi su questi marchingegni, si paga e si scappa via. C’è sempre sete di tempo. Lecce è diventata frenetica, abbandonando quello che era un suo modo lento di affrontare la vita”.
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