Il Corriere della Sera, grazie ai dati del Centro studi Itinerari Previdenziali di Alberto Brambilla, stila una lista delle professioni con le partite Iva a maggior rischio di evasione. Al primo posto troviamo il 72% ristoratori che dichiarano un reddito medio di 12.800 euro, contro i 39.700 di quelli che hanno un punteggio Isa sopra l’8. Al quinto posto c’è il 65% dei baristi che dichiara 11.500 euro contro 28.700.
Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Milena Gabanelli e Simona Ravizza per Il Corriere della Sera.
Tasse, chi imbroglia nella dichiarazione dei redditi
MILANO – Chi fa il furbo con la dichiarazione dei redditi? Per la prima volta, con i dati del Centro studi «Itinerari Previdenziali» di Alberto Brambilla relativi alle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2023, ci concentriamo sulle categorie di lavoratori a più alto rischio evasione e cerchiamo di capire al loro interno in quanti, in percentuale, è verosimile che non dichiarino il dovuto.
Saperlo ci riguarda tutti perché chi non versa le imposte in base ai propri guadagni reali beneficia di una serie di servizi senza averli pagati e lo fa a nostre spese.
Ogni anno lo Stato sborsa infatti per ogni singolo cittadino 2.223 euro in sanità, 1.322 in istruzione, 2.660 in assistenza sociale (le invalidità civili e di accompagnamento, gli assegni sociali, la maggiorazione sociale delle pensioni e, in generale, quello che va sotto il cappello del welfare). Questi soldi li prende dall’Irpef che ognuno, in base al proprio reddito, versa all’erario.
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Lo ricostruiamo per le principali categorie guardando i modelli Isa che sono una sorta di pagella (con voto da 1 a 10) sul livello di affidabilità fiscale. Un contribuente viene considerato fiscalmente poco attendibile, e dunque a rischio di evasione fiscale, sotto l’8.
Le partite IVA a rischio evasione
1) il 72% dei ristoratori che dichiarano un reddito medio di 12.800 euro, contro i 39.700 di quelli che hanno un punteggio Isa sopra l’8;
2) il 70% dei meccanici: 20.700 euro contro i 41.100 degli affidabili;
3) il 68% dei panettieri: 13.300 euro contro 31.500;
4) il 66% dei macellai: 11.600 euro contro 23.100;
5) il 65% dei baristi: 11.500 euro contro 28.700;
6) il 60% degli alimentari: 10.700 euro contro 23.900;
7) il 55% dei fioristi: 13.500 euro contro 22.800;
8) il 46% degli estetisti: 9.600 euro contro 23 mila;
9) il 48% dei parrucchieri: 11.900 euro contro 24.500;
10) il 45% dei balneari: 12.500 euro contro 38.100;
11) il 44,8 degli agriturismi: 8.200 euro contro 32.200.
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