venerdì 25 Ottobre 2024

Sul palco si parla di Eudr: ecco perché continua a preoccupare gli operatori, ma il solubile è già esentato

Il Regolamento Europeo Anti-Deforestazione è stato inevitabilmente il tema del convegno inaugurale di Triestespresso Expo. L’Italia e altri governi hanno richiesto di far slittare l’entrata in vigore dell’Eudr di 12 mesi. La Direzione generale Ambiente (DG ENV) della Commissione europea ha dato il via libera al rinvio, che è stato fatto proprio dalla Commissione e dal Consiglio (manca ancora il via libera, ormai scontato, del Parlamento europeo). Ma gli adempimenti, anche con 12 mesi di tempo in più, rimangono pesanti e onerosi. E il quadro normativo appare tuttora indeterminato e fumoso

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TRIESTE – Uno spettro si aggira per l’Europa dei 27: quello dell’Eudr, che la quasi certa proroga di un anno rinvia, ma non scaccia. Perché i nodi, prima o poi, verranno comunque al pettine. E gli adempimenti, anche con 12 mesi di tempo in più, sono comunque pesanti e onerosi. E il quadro normativo appare tuttora, in varie parti, indeterminato e fumoso, anche per le autorità di controllo.

Il Regolamento Europeo Anti-Deforestazione – l’ormai “famigerato” Eudr – è stato inevitabilmente il tema del convegno inaugurale di Triestespresso Expo, che si è svolto ieri, giovedì 24 ottobre, nella Sala Illy Hall del Generali Convention Center.

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Dopo il saluto delle autorità e la lettura del messaggio inviato dal ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, si è entrati nel vivo delle trattazioni, con il lungo e dettagliato intervento del Vice Presidente della Federazione Europea del Caffè (Ecf), Massimiliano Fabian.

La normativa principale di riferimento è il regolamento del 31/5/2023, che riguarda varie materie prime aventi impatto sulla deforestazione.

Dal momento che il caffè non viene prodotto sul suolo dell’UE, noi europei dipendiamo completamente per le forniture dai paesi produttori e ciò ci impone di coordinarci in maniera stretta con questi ultimi.

Il regolamento riguarda tutto il caffè, ma per errore ne è rimasto escluso il caffè solubile

Quindi, il solubile prodotto in un paese terzo proveniente da aree deforestate potrà, anche quando la norma andrà a regime, essere venduto nell’UE. Mentre un solubilizzatore con sede in UE sarà soggetto al regolamento per il caffè verde che importa.

Una discrasia stridente, per ovviare alla quale non si è ancora adottato alcun emendamento.

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