Il modello dei primi Starbucks in cui era possibile socializzare o gustarsi una tazza di caffè leggendo un libro sta lentamente scomparendo. Con l’avanzare del tempo pare che la catena stia faticando a mantenere il concept: basti pensare che il 70% dei clienti acquistano caffè e dolci direttamente dalle app online. Il modello di acquisto e consumo è sempre più frenetico. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Valeria Paglionico per il portale d’informazione Fanpage.
Il cambiamento di Starbucks
MILANO – Chi non ricorda i primi store di Starbucks sparsi in giro per il mondo? Sotto la guida del CEO Howard Schultz, divennero in poco tempo dei veri e propri punti di riferimento per coloro che intendevano incontrarsi e socializzare in luoghi “neutri” che non avesse nulla a che vedere né con l’ufficio, né con la propria casa.
Pensati per essere delle location in cui sentirsi a proprio agio, furono arredati con soffici poltrone di velluto e luci soffuse e diedero a tutti la possibilità sia di prendere un caffè in compagnia, sia di rimanere in solitaria con il proprio pc senza essere disturbati. Ad oggi, però, le cose sembrano essere cambiate: ecco cosa sta accadendo.
Comode poltrone, musica jazz in sottofondo, l’odore del caffè appena preparato e il nome scritto sul bicchiere: Starbucks è diventato letteralmente iconico grazie a questi dettagli e in ogni parte del mondo sono stati moltissimi i brand che hanno provato a imitarlo. Per quale motivo, però, ad oggi i suoi store si stanno svuotando?
Col tempo pare che la catena stia faticando a mantenere intatta la sua identità, soprattutto perché il 70% dei clienti sono quelli che acquistano caffè e dolci direttamente dalle app online (mania che ha preso sempre più piede dalla pandemia in poi). Certo, in molti si sono anche lamentati del fatto che le comode poltrone sono state sostituite con degli sgabelli di legno, ma la verità è che l’azienda sta adattando il suo business ai tempi che cambiano.
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