Il Costa Rica ha deciso di puntate sulla produzione di caffè a deforestazione zero in vista dell’avvicinarsi del nuovo regolamento sulla deforestazione (Eudr), che sarà implementato nell’Unione Europea a partire dalla fine di dicembre 2024.
Una mossa che ha visto l’Italia diventare quest’anno, tramite illycaffè, la destinazione dei primi 275 sacchi di caffè costaricano prodotto senza provocare la perdita di copertura boschiva nel Paese. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
La produzione di caffè sostenibile del Costa Rica
MILANO – Con l’entrata in vigore di un nuovo regolamento, a partire dal 2025, sarà vietata nei mercati dell’Unione Europea (UE) l’importazione di bovini, cacao, caffè, palma da olio, gomma, soia e legno provenienti da terre deforestate. Nonostante altri Paesi sudamericani, come Ecuador, Paraguay e Bolivia, le abbiano definite discriminatorie per il commercio, il Costa Rica ha deciso di abbracciare le nuove norme europee, puntando sulla produzione di un caffè a “deforestazione zero”.
Una mossa che ha visto l’Italia – secondo esportatore UE dietro la Germania – diventare quest’anno, tramite il marchio illycaffè, la destinazione dei primi 275 sacchi (18.975 chilogrammi) di caffè costaricano prodotto senza provocare la perdita di copertura boschiva nel Paese.
Il caffè esportato nell’ambito di questo progetto pilota proveniva dalla zona di Los Santos, principale centro di produzione del Costa Rica situato nella provincia di San José, nel centro-sud dello Stato, dove è stato coltivato da 69 piccoli produttori appartenenti alla Cooperativa de Caficultores de Tarrazú (CoopeTarrazú), la quale, con 4.500 produttori, è il più grande esportatore di caffè a livello nazionale in Europa, a cui destina un quarto della propria produzione.
In conformità con i requisiti di legalità e deforestazione zero che saranno imposti dal regolamento a partire dal prossimo anno per poter esportare nei mercati europei, i coltivatori coinvolti nel progetto hanno seguito una formazione per adempiere ai sistemi di due diligence richiesti per consentire l’accesso degli acquirenti alle informazioni sui prodotti, inclusa la tracciabilità attraverso dati di monitoraggio e la geolocalizzazione degli appezzamenti di terra utilizzati per coltivare il caffè.
Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.