MILANO – Il Regolamento del’EUDR è un tema caldissimo su cui tutte le aziende coinvolte, in primis nel settore caffeicolo, si stanno muovendo per trovare le soluzioni migliori tra tecnologie, geolocalizzazione e blockchain: quali sono i prossimi passi più efficienti per contrastare il fenomeno della deforestazione legata alla produzione e commercializzazione di determinate materie prime?
La questione appare semplice ma richiede delle risposte complesse e articolate. Anche perché l’introduzione dell’EUDR da parte dell’Unione Europea ancora presenta più punti di domanda che certezze.
Abbiamo trovato su agendadigitale.eu un interessante articolo firmato da Mario Di Giulio, professore a contratto di Law of Developing Countries, Università Campus Bio-Medico Avvocato, partner Studio Legale Pavia e Ansaldo, che prova a fare il punto su questo Regolamento, i suoi aspetti più critici e il quadro generale (ma anche nel dettaglio, approfondendo il caso dell’Etiopia).
Leggiamo di seguito parte del testo, che è possibile consultare nella sua versione integrale qui.
Il regolamento dell’EUDR: il quadro generale
Un quadro normativo che impone agli operatori che commercializzano nel territorio della UE bovini, cacao, caffè, palma di cocco, soia, legno e i prodotti derivati (quindi ad esempio anche mobili, carne bovina, ma anche i pellami) di verificare, con la dovuta diligenza, che gli stessi non provengano da terreni che sia stati oggetto di deforestazione e che siano stati prodotti senza violazione dei diritti dei proprietari dei terreni stessi, dei lavoratori e delle comunità locali.
La deforestazione rilevante ai fini della normativa è quella occorsa dopo il 31 dicembre 2020. La normativa stessa sarà efficace a partire dal 30 dicembre del presente anno.
Un periodo di più ampio respiro è stato accordato alle micro e piccole imprese per le quali la conformazione alla normativa parte dal 30 giugno 2025, salvo per quanto concerne il legno e i prodotti derivati.
L’impatto dell’EUDR sul caffè etiope: le sfide dei produttori
L’Etiopia è il primo produttore africano di caffè e il quinto al mondo. Famosa è la qualità del caffè Arabica in essa prodotto, tanto che è oggetto di forte richiesta da parte degli Stati Uniti d’America e di molti paesi europei.
La produzione avviene attraverso cooperative di diverse dimensioni. La produzione del presente anno dovrebbe attestarsi su un valore di circa un miliardo di dollari USA, di cui circa un 7/8 per cento dovrebbe essere destinata alla sola Germania.
Il regolamento anti deforestazione sta quindi sollevando perplessità su come i produttori riusciranno a fornire sufficienti informazioni e documentazione affinché gli importatori dei paesi dell’Unione Europea possano verificare la compliance al regolamento stesso.
I produttori etiopi stanno quindi concentrandosi sull’utilizzo delle tecnologie al fine di dimostrare i luoghi di produzione, affinché ne sia dimostrata l’estraneità ai terreni oggetto di deforestazione dopo il 31 dicembre 2020. Il tema è comune ad altri paesi quali il Brasile, il Vietnam, il Perù e l’Uganda tanto per citarne alcuni.
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