MILANO – In Turchia si chiama çay e si gusta in qualsiasi momento del giorno, come bevanda di rito per i momenti di condivisione: stiamo parlando del tè, di cui questo Paese è il più grande consumatore nel mondo pro capite.
Su questo tema, che è un vero e proprio tratto culturale turco, si è esperto Ahmet Albayrak, degustatore e titolare dei Ceceva Tea Gardens sparsi sull’aerea produttiva della costa sul Mar Nero – anche se circa il 60% del tè turco viene coltivato nella regione montuosa a Rize e per la maggior parte è destinato al consumo interno -, precisamente a Haremtepe in un’intervista su it.euronews.com, che riportiamo.
Turchia e il çay: un connubio che si perde nel tempo
Così come spiega Albayrak su it.euronews.com la Turchia ha iniziato a consumare largamente il çay come abitudine legata alla Via della seta, in quanto bevanda ristoratrice per i viaggiatori. Diffuso poi durante il XX secolo sotto la spinta del parlamento turco per la produzione sulla costa del Mar Nero.
Albayrak descrive il tè come bevanda intramontabile in Turchia e rappresenta un po’ quello che per noi in Italia significa il caffè: una scusa per incontrarsi, per dialogare, per fermarsi un attimo dal lavoro (la loro non è la pausa caffè, ma la pausa tè).
Su it.euronews.com Albayrak racconta della particolarità delle piante di tè, che d’inverno crescono ricoperte di neve, uno strato che funge da protezione dalle malattie naturalmente.
Ma anche il modo di prepararlo ha la sua tradizione
In effetti il çay in Turchia viene preparato con una teiera speciale caratterizzata da due settori, la caydanlik: sul fondo viene messa l’acqua bollita, e sopra dell’altra acqua calda e le foglie del tè, che poi viene servito diluito in un bicchiere tipico.