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domenica 24 Novembre 2024
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Gli antigourmet preferiscono bere il caffè bruciato: la discussione tra Luca Sofri, Il Post, e Gianni Tratzi, Mezzatazza Consulting

Luca Sofri, direttore de Il Post, ha twittato: "I bar che hanno deciso di dedicarsi al caffè acido che ha preso piede nel resto del mondo dovrebbero mettere un avviso, chiamarlo in un altro modo (anche nobilitante, se vogliono: “caffè vero”) così noi consumatori possiamo sapere cosa andiamo a bere, senza sofferenze inutili. Oppure decidiamo che quello che abbiamo sempre bevuto lo chiamiamo solo espresso e caffè lo lasciamo ai neopuristi. Ma insomma veniamoci incontro"

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Luca Sofri, direttore de Il Post, ha pubblicato sui social di preferire il caffè bruciato e acido rispetto a quello considerato gourmet e di qualità più elevata. Ciò è stata materia di discussione durante il Festival di Gastronomika con Gianni Tratzi, fondatore di Mezzatazza Consulting, consulente, ideatore del progetto Mezzatazza Consulting ed esperto del mondo della caffetteria. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Gastronomika.

La polemica sul caffè di qualità degli antigourmet

MILANO – Entrare in un bar, chiedere un espresso, versarci dentro una bustina di zucchero, girare tutto con il cucchiaino e berlo. Un gesto che abbiamo ripetuto migliaia di volte. Quel gesto così italiano, motivo di malinconia di tanti connazionali all’estero, non è più scontato. Neanche al bar sotto casa. Perché l’onda del gourmet si è fatta spazio anche nella tazzina di caffè. Abbiamo scoperto che il caffè italiano, in fondo, non è poi così buono. Anzi, molto spesso è bruciacchiato. Bisogna cambiare, serve più acidità.

Apriti cielo! Luca Sofri, direttore de Il Post, qualche mese fa a un certo punto ha twittato: “I bar che hanno deciso di dedicarsi al caffè acido che ha preso piede nel resto del mondo dovrebbero mettere un avviso, chiamarlo in un altro modo (anche nobilitante, se vogliono: “caffè vero”) così noi consumatori possiamo sapere cosa andiamo a bere, senza sofferenze inutili. Oppure decidiamo che quello che abbiamo sempre bevuto lo chiamiamo solo espresso e caffè lo lasciamo ai neopuristi. Ma insomma veniamoci incontro”.

Il punto è che ci siamo abituati al bruciacchiato. Quel bruciacchiato è quello che ci piace e che ci aspettiamo al bar. Magari anche con l’acidità di stomaco che ci viene poco dopo.

Luca Sofri è esponente del team “bruciacchiato”. È l’Antigourmet. E in quanto esponente della tifoseria “caffè bruciato”, ha dialogato durante il Festival di Gastronomika con Gianni Tratzi, esperto di caffè e fondatore di Mezzatazza Consulting. Uno di quelli che Sofri definirebbe “fanatici del caffè”. Quelli del team del caffè acido, del caffè “vero”.

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