MILANO – La chiave per creare nuove varietà di arabica resilienti al cambiamento climatico e alle avversità potrebbe trovarsi nella storia di questa specie. Che è molto più antica di quanto non si sia creduto sino a oggi. La nuova mappatura del genoma di riferimento della Coffea arabica – di cui abbiamo parlato nel numero di ieri, martedì 16 aprile, di Comunicaffè – rivela nuovi dettagli sin qui poco chiari sulla nascita e sull’evoluzione della varietà più nota e apprezzata del genere Coffea.
Il tutto è contenuto in uno nuovo studio a più mani pubblicato da Nature Genetics, realizzato con il contributo fondamentale di Nestlé Research.
I risultati confermano che la C. arabica è nata per ibridazione spontanea nelle foreste dell’Etiopia: un dato già acquisito da tempo.
A differenza però di altri studi recenti, lo studio riporta indietro nel tempo questo singolo episodio, che avrebbe dato origine alla specie, ad almeno 600 mila anni fa.
Da allora, la C. arabica si sarebbe diffusa – tra alti e bassi scanditi anche dai periodi climatici – nell’arco dei secoli e dei millenni, sino all’avvento della sua coltivazione nel XV secolo.
“Abbiamo utilizzato le informazioni genomiche delle piante di oggi per risalire nel tempo, tracciando un quadro il più possibile accurato della lunga storia della C. arabica, per stabilire come le varietà moderne sono tra loro imparentate” ha dichiarato Victor Albert, coautore dello studio e docente presso il dipartimento di scienze biologiche dell’Università di Buffalo, nello stato di New York.
“La comprensione dettagliata delle origini e della storia riproduttiva delle varietà contemporanee sono cruciali per lo sviluppo di nuove cultivar di arabica meglio adattate al cambiamento climatico” sottolinea Albert.
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