giovedì 19 Dicembre 2024
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Luca Quagliano, fondatore NIO Cocktails, parla l’azienda che produce drink ready to enjoy: “Seguito il modello delle capsule create da Nespresso”

Quagliano: “Le capsule di caffè hanno giocato un ruolo importante nella business idea. Ci siamo in parte ispirati a ciò che ha fatto Nespresso che aveva sradicato il mondo della moka uscendo con un prodotto che sembrava tanto innovativo quanto eretico: mettere il caffè dentro una capsula. Allo stesso modo noi abbiamo creato questo format completamente diverso dal solito con la possibilità di consumare cocktail di alta qualità al di fuori delle mura del bar creando un packaging di design stile Nespresso"

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NIO Cocktails è un brand che ha acquisito una grande popolarità negli ultimi anni grazie all’innovativa formula che ha scosso l’intero reparto mixology europeo: la creazione di drink di alta qualità pronti da bere all’interno di packaging brevettati dal design innovativo e sostenibile.

Tutto è nato da una cena tra amici in cui Luca Quagliano, fondatore di NIO Cocktails insieme ad Alessandro Palmarin, ha avvertito la necessità di una soluzione per consumare un cocktail di tutto rispetto all’interno delle mura domestiche: un concept che si è rivelato particolarmente vincente durante il periodo del Covid. I drink sono premiscelati: basta solo aprire il packaging e aggiungere il ghiaccio (da qui il nome NIO: Needs ice only).

Distribuiti in oltre 20 Paesi, l’azienda produce 3 milioni di drink all’anno e fattura 7 milioni di euro. Per saperne di più sul progetto, abbiamo intervisto il fondatore Luca Quagliano.

Come è nata l’idea dietro il progetto?

“L’origine della storia è legata alla mia situazione familiare nel 2017. Con una moglie e due figlie piccole, vivevo in un momento in cui le regole della socialità tendono a cambiare. Anche andare a mangiare una pizza nel locale di fronte casa rappresentava una sfida tra bambini ed esigenze familiari.

A quel punto o si annulla la propria vita sociale del tutto oppure la si trasforma con la classica formula di invitare gente a casa. In questo modo si può stare insieme agli amici e i bambini possono giocare tra di loro in serenità.

A seguito di una di queste cene mi sono accorto che il copione era sempre lo stesso: a seconda di ciò che si mangia si beve un vino bianco, un rosso o una birra, il caffè per chi lo beve e, se si vuole continuare a fare quattro chiacchere, si cerca un qualcosa di più alcolico. Ciò consiste, il più delle volte, in un amaro, in un limoncello o, nel migliore dei casi, in un gin tonic. Perciò la domanda che mi feci al tempo fu: come consumare un cocktail di buona qualità in queste occasioni?

Quindi chiamai Alessandro Palmarin, il mio socio e amico, Patrick Pistolesi, proprietario e bar manager del locale Drink Kong a Roma, pluripremiato a livello internazionale, presente nella classifica World 50 Best Bars al 21° posto, e un altro paio di conoscenti con l’idea di iniziare l’avventura di NIO Cocktails”.

Che ruolo hanno avuto in particolare le capsule di caffè all’origine dei prodotti NIO Cocktails?

“Le capsule di caffè hanno giocato un ruolo importante nella business idea. Ci siamo, in parte, ispirati all’idea di Nespresso che aveva sradicato il mondo della moka uscendo con un prodotto che sembrava tanto innovativo quanto eretico: mettere il caffè dentro una capsula.

Allo stesso modo abbiamo creato questo format completamente diverso dal solito con la possibilità di consumare cocktail di alta qualità al di fuori delle mura del bar creando un packaging di design stile Nespresso.

nio cocktails
Il Cold brew Negroni nell’iconico packaging di NIO Cocktails simile a un cd (immagine concessa)

Ognuno dei nostri cocktail è caratterizzato da un determinato colore: li immaginavamo disposti su degli scaffali di un potenziale store monomarca, sempre in stile Nespresso.

Noi abbiamo avuto qualche difficoltà aggiuntiva considerando che Nespresso non doveva creare una cultura del bere caffè a casa, elemento già ben radicato nelle abitudini degli italiani, ma solo proporre una forma diversa. Noi proponevamo invece la consumazione di un cocktail dentro le mura domestiche: un concept completamente nuovo”.

Come sono stati gli inizi di Nio Cocktails? L’idea alla base è stata ben accolta sin da subito?

“Sì e no. Avevamo notato che sul mercato non esisteva ancora nulla di simile alla nostra idea. Prima, perciò, ci siamo focalizzati sul lanciare il prodotto e poi, in seguito, avremmo pensato a come modificarlo pian piano per renderlo appetibile al mercato. Il riscontro che abbiamo avuto è stato quasi completamente positivo.

C’è stato un grande entusiasmo per chi provava questi cocktail e abbiamo registrato un ottimo riscontro. Milano, la nostra città, ha una grande apertura mentale nella creazione di nuove mode ma, allo stesso tempo, risulta scettica verso certe tendenze.

Anche la nostra idea, nonostante il buon riscontro, è stata accolta da alcuni con un certo scetticismo. I dubbi però sono stati subito svaniti dopo aver assaggiato il nostro prodotto.

Pian piano, con perseveranza, siamo riusciti ad abbattere questo muro di scetticismo conquistando maggiori fette di mercato e consensi. In un certo senso, la fase del Covid e del lockdown ci ha aiutato accelerando la nostra crescita e sdoganando il mito dei cocktail ready to drink. È stato un processo graduale che però ci ha regalato grandi soddisfazioni. Chiunque era a casa desiderava infatti bere un buon cocktail”.

Nel sito viene indicata una grande attenzione all’aspetto della sostenibilità. Quali azioni avete intrapreso per rendere il vostro prodotto più green sia da un punto di vista ambientale che sociale?

Dal primo giorno di NIO Cocktails siamo sempre stati attenti all’aspetto della sostenibilità. Stiamo cercando di fare sempre di più e vogliamo costantemente migliorarci.

Il nostro light packaging è caratterizzato da carta FSC (certificato di gestione delle risorse forestali per la catena di custodia dei prodotti) e plastica altresì riciclabile. Basta separare le due componenti del packaging e riciclare entrambe.

Inoltre, il packaging NIO ha un basso impatto negativo sull’ambiente (carbon footprint) poiché, a differenze del vetro, in fase di produzione e trasporto ha degli impatti inferiori.

Abbiamo anche pubblicato il nostro codice etico e un piano a lungo termine che segue i Sustainable Development Goals delle United Nations che ci porterà a compiere determinati obiettivi nella sostenibilità entro il 2030. Stiamo lavorando per arrivare alla carbon neutrality.

Facciamo compensazioni delle emissioni di carbonio e abbiamo una serie di azioni per ridurle alle origini. Ci occupiamo inoltre di temi sociali, educando i nostri dipendenti e stakeholder lavorando a 360° sul tema sostenibilità”.

Come è nata la collaborazione con il master mixologist Patrick Pistolesi? Cosa ha significato per voi la sua presenza nel progetto?

“L’aiuto di Patrick nel progetto è stato fondamentale. Il nostro intento è sempre stato quello di democraticizzare il consumo di un ottimo cocktail anche all’interno della propria casa senza fare concorrenza al classico bar. Si è trattato di fare un lavoro in parallelo e di inclusione.

Patrick Pistolesi versa un cocktails NIO (immagine concessa)

La presenza di Pistolesi in NIO Cocktails è stata inoltre un sigillo di garanzia per il progetto: data la sua competenza e influenza nel mondo della mixology, il nostro marchio ha acquisito grande prestigio e credibilità.

Grazie a Patrick riusciamo a far bere alle persone in giro per il mondo o nella comodità delle loro case, esattamente gli stessi cocktail che berrebbero nelle mani di Patrick nel suo Drink Kong Bar a Roma, uno dei migliori 50 bar del mondo”.

Nel sito è possibile ordinare box speciali come la coffee and chocolate in collaborazione con Guido Castagna o la casa del Daiquiri. Come vengono ideate e progettate le limited edition?

“Abbiamo cocktail che definiamo standard che si trovano sempre nel nostro sito. Alcuni nuovi prodotti possono rientrare nella nostra offerta e ciò viene sviluppato a quattro mani dal dipartimento marketing, il quale si occupa anche di innovation del prodotto. Di particolare importanza è stata la consulenza di Patrick Pistolesi.

Abbiamo poi delle collezioni speciali, come la Postcard From, che ha come tema i viaggi di Patrick in diversi Paesi del mondo: ogni cocktail della box cerca di far emergere lo spirito di quel luogo. Ad esempio, abbiamo la Postcard from Japan: il tema è Patrick che viaggia nelle isole del Giappone visitando distillerie particolarmente di nicchia a creando cocktail con questi distillati.

Poi abbiamo altre collezioni che derivano da opportunità che ci si presentano. Spesso siamo contattati da grandi gruppi di spirit del mondo e distillerie più piccole che ci chiedono di fare delle co-branding edition.

Inoltre possiamo contare su collaborazioni orizzontali con aziende legate non solo agli spirit ma anche al lifestyle a alla moda come, ad esempio, GQ o Acqua di Parma.

La collaborazione con Guido Castagna è nata dal desiderio di creare un’offerta per celebrare occasioni come San Valentino, la Festa della mamma o la festa del papà (ne abbiamo parlato qui). Unire il food&beverage è un filone che ci sta regalando più di una soddisfazione. La box consiste in quattro diversi tipi di cioccolatini con diversi spirit accompagnati da un cocktail in limited edition solo per questa box con all’interno un brandy e un liquore al caffè”. Il prezzo della box è di 35 euro.

Con il tempo Nio Cocktails è diventato un marchio globale. Qual è il Paese che ha accolto con più entusiasmo i vostri prodotti?

“L’unico Paese produttore dei nostri cocktail è l’Italia. Uno dei nostri pilastri principali su cui si basa l’azienda è proprio il made in Italy che caratterizza i nostri prodotti. Abbiamo tuttavia una branch operativa e amministrativa in Germania e Regno Unito.

Il cocktail Revolver (immagine concessa)

Tra i tre Paesi quello che ha risposto meglio ai nostri prodotti sin da subito è stato il Regno Unito considerata la loro cultura del bere. In UK inoltre, a differenza dell’Italia, c’è una forte propensione all’acquisto online. Oltre questi tre Paesi vendiamo anche in Europa, Usa, Giappone, Canada e Singapore”.

Quali sono i prossimi progetti per Nio Cocktails?

“Siamo presenti in molte Stati ma abbiamo ancora un potenziale enorme per quanto riguarda l’internazionalizzazione. Porremo anche una particolare attenzione sull’omnicanalità del marchio ed essere un brand più direct to consumer. Molti di questi aspetti sono ancora in fase di discussione ma NIO Cocktails prevedere ancora una grande crescita”.

NIO Cocktails ha inoltre sviluppato alcuni nuovi cocktail a tema caffè, trend particolarmente interessante anche nella mixology. Il 16 aprile sono stati lanciati quattro nuovi proposte NIO Cocktails di cui due a base di caffè e due a base di tè.

Si parte con il Cold Brew Negroni, composto da: Tanqueray london dry gin (25%), Cocchi storico vermouth di torino (25%) e Mr. black liquore al caffè cold brew (10%); Revolver creato con: Bulleit Bourbon Whiskey (39.6%) , Bols creme de cacao brown (30%), Mr.black liquore al caffè cold brew (15%) e Angostura bitte. Infine, le proposte al tè con: Tea Martini: ketel one family made vodka (50%), liquore al tè t+ (25%), toschi sciroppo di zucchero di canna e acidificatore con acido citrico. Infine, il Manhat-tea con bulleit bourbon (40%),  liquore al tè t+ (25%), Cocchi storico vermouth di torino (15%), Cocchi vermouth di torino dry  (5%), Angostura aromatic bitter  (0.4%).

Per maggiori informazioni sui prodotti basta cliccare sul sito e-shop dell’azienda qui

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