I croissant dalla forma cubica, nati dal prestigioso locale Farmacia del Cambio a Torino, hanno ottenuto in pochi giorni una grande popolarità diventando così l’ultima moda della pasticceria italiana (ne abbiamo parlato qui). Il maestro Iginio Massari tuttavia ha dichiarato di non essere troppo entusiasta del prodotto e ha dichiarato ad Alfredo Magazine, il portale gastronomico di Rolling Stones: “Quando tu cuoci una cosa dandole una forma perfetta avviene una cottura in compressione, quindi sviluppa molto la crosta, ma l’interno cambia l’idea del croissant parisien. A livello d’immagine una forma perfetta attira maggiormente l’attenzione”.
Per saperne di più, leggiamo di seguito una parte dell’articolo di Leonardo Ciccarelli pubblicato sul portale Cookist.
Perché Iginio Massari è contro i croissant cubici
MILANO – I croissant cubici sono una moda consolidata dei social network, sia in Italia sia all’estero, e da qualche giorno abbiamo visto l’evoluzione di questa trovata con il croissant sferico. Entrambi dalla Farmacia del Cambio a Torino, uno dei locali più prestigiosi del Bel Paese.
Iginio Massari non ci sta e non le manda a dire: “L’idea de croissant cubico o sferico è stata lanciata più che altro da chi produce gli stampi da forno per farli”. Esordisce così il grande maestro pasticciere in un’intervista rilasciata ad Alfredo Magazine, il portale gastronomico di Rolling Stones. Il pasticciere lombardo si è lasciato andare dando però delle spiegazioni tecniche sul perché è contrario a questo stile “contemporaneo”.
Massari affronta la questione da un punto di vista tecnico, come si richiede a un pasticciere di questo livello: “Quando tu cuoci una cosa dandole una forma perfetta avviene una cottura in compressione, quindi sviluppa molto la crosta, ma l’interno cambia l’idea del croissant parisien. A livello d’immagine una forma perfetta attira maggiormente l’attenzione”.
Iginio Massari parla di buona operazione di marketing ma crede anche che a livello commerciale “i croissant cubici o sferici siano poco adatti perché puoi fare una produzione estremamente limitata”.
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